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«Mio figlio picchiato». La versione della madre

La donna ricostruisce la vicenda che ha coinvolto il figlio quindicenne, alunno dell'Istituto Superiore Maria Laeng di Osimo e spiega che non si tratterebbe di un gioco finito male ma di un atto di bullismo

OSIMO – Emergono nuovi ed inquietanti particolari nella vicenda che ha coinvolto un quindicenne iscritto ad una delle prime classi dell’Istituto di Istruzione Superiore Maria Laeng di Osimo. A raccontare una verità del tutto diversa da quella ipotizzata in un primo momento è la madre del ragazzino che afferma: «Ma quale gioco? Mio figlio non era affatto consenziente, è stato picchiato in classe da alcuni compagni durante una lezione».

Stando alla ricostruzione della donna il grave episodio sarebbe avvenuto il 3 febbraio verso l’ora di pranzo: «Quel giorno ho ricevuto una telefonata dalla coordinatrice scolastica che mi avvisava che mio figlio era stato malmenato da alcuni compagni. Erano le 13:10. Il tempo di fare la strada in macchina e alle 13:25 mi trovavo davanti all’istituto. Mio figlio, che soffre di asma cronica e aveva appena avuto un grave attacco, era seduto sulle scale».

La mamma è decisa a far emergere la sua versione dei fatti e prosegue «Aveva la faccia gonfia come un pallone e la schiena dolorante. Sono stata io e non la scuola a portarlo in ospedale dove, valutata l’urgenza al triage, è stato visitato prima degli altri pazienti in attesa, proprio per la gravità delle lesioni subite. Purtroppo gli ematomi alla schiena erano talmente evidenti che hanno reso impossibile, nell’immediato, eseguire altri accertamenti. Oltre ad ecchimosi e lividi sparsi un po’ ovunque c’è il sospetto che abbia diverse costole fratturate. Per appurarlo dovrà essere sottoposto ad ecografia non appena l’ematoma si sarà riassorbito».

La donna non usa mezzi termini e parla di un vero e proprio «caso di bullismo avvenuto tra le 12:15 e le 12:30 in presenza dell’insegnate» che comunque avrebbe ribadito di «non essersi accorta di niente». Circostanza, quest’ultima, che non convince affatto la signora.

«Mio figlio – racconta la mamma- si è alzato dal banco perchè aveva un attacco d’asma e si stava recando verso l’appendiabiti per estrarre dal giubbotto l’erogatore con il farmaco cortisonico. A quel punto uno studente lo ha spinto verso altri ragazzini e insieme hanno iniziato a riempirlo di botte con pugni e schiaffi, noncuranti della crisi asmatica».

L’aspetto che più amareggia la madre è il ritardo con cui è stata informata dell’accaduto dalla scuola senza che nel frattempo venisse prestata assistenza al figlio. «Mi stupisco che fino ad oggi non siano stati presi provvedimenti nei confronti di chi ha picchiato il mio ragazzo. Lui è vivace ma non ha mai fatto del male a nessuno. Adesso oltre alle violenze fisiche si trova ad aver subito anche danni morali: ha paura a tornare a scuola, ha già saltato molte verifiche e rischia così di perdere l’anno» conclude sconsolata la donna.

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