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Mascherine chirurgiche certificate: al via i test nel LABC19 dell’Università Politecnica delle Marche

Il centro offre un servizio di prove sperimentali alle imprese manifatturiere che intendono produrre maschere facciali a uso medico. Finora sono 40 le richieste arrivate da parte di produttori, sia marchigiani che del nord Italia

LABC19
Un momento della conferenza stampa

ANCONA – Mascherine chirurgiche certificate contro il Covid-19 grazie ai test di efficacia e sicurezza effettuati dal centro LABC19, il laboratorio multidisciplinare dell’Università Politecnica delle Marche operativo da oggi, mercoledì 6 maggio. L’uso dei dispositivi di protezione facciali è divenuto indispensabile così come la necessità di distribuire questi presidi al personale sanitario e alla cittadinanza in tempi rapidi. Per questo l’Univpm, in collaborazione con l’Università di Camerino, si è subito attivata per far fronte alle richieste della Regione Marche, della Camera di Commercio delle Marche e delle associazioni di categoria offrendo un servizio di prove sperimentali alle imprese manifatturiere che intendono produrre maschere facciali a uso medico (mascherine chirurgiche).

«Questo periodo particolarmente complesso ha consentito di evidenziare l’importanza della ricerca scientifica, che oggi diventa fondamentale per lo sviluppo del territorio – afferma il Rettore dell’Univpm Prof. Gian Luca Gregori -. Siamo orgogliosi del risultato che siamo riusciti a raggiungere in un mese. È stato un lavoro di squadra, abbiamo messo insieme competenze multidisciplinari di carattere ingegneristico, fisico, chimico, biologico, microbiologico e medico, coinvolgendo quattro dipartimenti dell’Univpm. In Italia, laboratori universitari di questo tipo ce ne sono davvero pochi. L’utile del Centro andrà ad incrementare il fondo intitolato al dott. Carlo Urbani».

«Si tratta di un ulteriore buon esempio di collaborazione interistituzionale – afferma il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli –. Un sistema di sinergie che nelle Marche è diventata un’ottima prassi nel corso dell’emergenza Coronavirus. La Regione Marche ha sempre creduto nel fondamentale ruolo dell’Università per l’attuazione delle politiche di crescita e di sviluppo del territorio e su questa base ha costruito nel tempo solidi rapporti di collaborazione, rapporti che, come vediamo anche da questo progetto, producono importanti risultati nel momento in cui c’è bisogno di rispondere concretamente alle esigenze dei nostri cittadini».

Il collegamento con l’On. Morani

In collegamento video è intervenuta l’On. Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo Economico. «Grazie alla collaborazione dell’Univpm e dell’Unicam ora le Marche possono offrire alle nostre imprese un servizio essenziale per la certificazione e il testing dei dispositivi di protezione individuale come ad esempio le mascherine. Come Ministero dello sviluppo economico abbiamo seguito ed incoraggiato fin dall’inizio questa iniziativa. Credo sia necessario anche inserire nei prossimi provvedimenti un credito d’imposta per le aziende che hanno necessità di effettuare test per la certificazione dei loro prodotti ai fini della riconversione delle loro produzioni. Stiamo studiando questa misura che spero potremo inserire già nel prossimo decreto».

«Subito dopo il DCPM del 17 marzo, ci siamo messi in moto. Nonostante le difficoltà riscontrate, come l’impossibilità di acquisire parti per la realizzazione di strumenti, in 40 giorni siamo riusciti a realizzare il LABC19» dichiara il Prof. Marco D’Orazio, pro rettore nonché preside della Facoltà di Ingegneria.

«Il centro svolge ricerca e offre servizi di prove sperimentali che supportano nel processo di certificazione le aziende che vogliono produrre mascherine- spiega il Prof. Nicola Paone, direttore LABC19-. Finora sono 40 le richieste arrivate al centro da parte di produttori, soprattutto dell’industria tessile, sia marchigiani che del nord Italia. Nella prima giornata di lavoro sono stati stipulati due contratti: uno con un’azienda della provincia di Ancona e l’altro con una della provincia di Macerata».

Il centro è dotato di apparecchiature che consentono di certificare l’efficacia e la sicurezza delle mascherine chirurgiche di tipo I, II e IIR (cioè quelle resistenti agli schizzi di sangue quindi idonee per chirurghi e dentisti). Per ottenere la certificazione le mascherine devono superare delle prove: la prova di filtrazione, cioè l’efficienza di filtrazione batterica (tipo I ≥ 95%; tipo II e tipo IIR ≥ 98%); la prova di pulizia batterica; la prova di respirabilità, cioè quanto è facile respirare attraverso la mascherina; la prova di biocompatibilità, cioè quanto i materiali della mascherina sono compatibili con il contatto corporeo; la prova di resistenza agli spruzzi (per la mascherina tipo IIR). Il tariffario varia secondo delle prove da effettuare sulle mascherine chirurgiche: si va dai 1.800 euro ai 3-4 mila euro.

Il progetto è finanziato interamente dall’Univpm con 100 mila euro; un contributo per l’attività di ricerca del LABC19 verrà stanziato dalla Camera di Commercio delle Marche. Inoltre, verrà istituito un assegno di ricerca in ricordo del medico marchigiano nel mondo, il dott. Carlo Urbani”.

«Aderendo a questo progetto la Camera di Commercio delle Marche, come anche da sollecitazione delle Associazioni di Categoria, si è fatta interprete dei bisogni delle aziende rispetto alle esigenze di messa in sicurezza delle proprie attività, funzionale alla loro pronta ripresa – dichiara il Presidente Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini in collegamento video –. Siamo ancora una volta accanto alla Politecnica delle Marche, nella fattispecie finanziando un assegno di ricerca finalizzato a rafforzare il funzionamento di questa struttura innovativa nel panorama nazionale. Ci candidiamo inoltre a farci gestori di fondi per abbattere i costi legati alle necessarie operazioni legate alla gestione dell’emergenza che le imprese si troveranno a sostenere».

«Ringrazio il rettore Gian Luca Gregori per aver fortemente voluto sia il fondo salva-studio che la borsa di ricerca intitolati a mio padre, Carlo Urbani» commenta il dott. Tommaso Urbani, Presidente AICU.

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