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Mario Cucinella a UniMC

Pioniere dell'architettura sostenibile in Italia, ha parlato del rapporto tra ateneo e città e del rilancio delle aree interne

MACERATA – Mario Cucinella, pioniere dell’architettura sostenibile in Italia, conosce bene le aree interne, spazi che, come ha raccontato nel documentario “L’altro spazio”, rappresentano il 60% del Paese e che custodiscono il Dna della cultura italiana.

«In questi territori, che sono un po’ fragili, l’Università può giocare un ruolo fondamentale perché diventa un luogo di attrazione importante, ma anche di equilibrio per queste zone. Ci sono piccoli centri come questo che vivono perché le università portano studenti insieme a tutta una serie di attività economiche e di ricerca», ha detto in occasione della lectio magistralis tenuta giovedì 9 maggio all’Università di Macerata nell’ambito delle lezioni di urbanistica “La città del futuro” curate da Federica Ciavattini.

«C’è sempre un dibattito – ha aggiunto – tra Università e città. A volte i rapporti sono un po’ conflittuali, quando invece possono esserci dei matrimoni meravigliosi, perché da un lato ci sono un patrimonio storico-edilizio importante, musei, una storia importante e, dall’altro, una Università che continua a produrre quella cultura che è stata il grande motore di rinnovamento e di innovazione del Paese».

Cucinella conta all’attivo numerosi progetti nell’ambito dell’edilizia universitaria, da Roma alla Val D’Aosta. Ha ricordato la lezione del suo maestro Giancarlo De Carlo, che negli anni Sessanta ha potenziato l’Università di Urbino secondo un modello di crescita nel segno della continuità, riuscendo a mantenere l’equilibrio tra vecchi e nuovi luoghi, tra l’esterno e l’interno della città storica.

Sostenibilità ambientale, partecipazione, ascolto, rapporto con il territorio sono le linee guida della progettazione architettonica secondo il maestro, che evidenzia, quindi, il ruolo in qualche modo etico di architettura e design come strumenti di miglioramento delle condizioni di vita e, nel caso di università e scuole, di apprendimento. Per guardare al futuro bisogna guardare al passato, ma senza essere nostalgici. «Al contrario che negli ultimi duecento anni, per migliaia di anni abbiamo costruito senza energia in profonda complicità con il clima – ha fatto notare -. La nostra storia è custode di una conoscenza enorme».

Il tema affrontato da Cucinella rientra tra le linee programmatiche del piano strategico di Unimc, che indica gli Atenei come presidi stabili e partner strategici del sistema territoriale. A questo proposito il rettore Francesco Adornato ha citato il recente saggio in cui Giorgio Donna, docente di economia aziendale e dirigente ministeriale, descrive una università che crea valore pubblico e cita l’Ateneo maceratese come esempio virtuoso.

Affollato l’auditorium dell’Ateneo, soprattutto di professionisti, accorsi ad ascoltare uno dei maggiori esponenti dell’architettura contemporanea. A completare il quadro sono stati gli interventi di Manuel Orazi dell’Università di Ferrara e di Rosita Pretaroli di Unimc.

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