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Piano Socio Sanitario Regionale: nei Pronto soccorso triage rapido e manager per ridurre i tempi, domotica per la telemedicina a casa

Il Piano, che fissa i programmi strategici destinati a rivoluzionare la sanità marchigiana, dando attuazione al Pnrr, è molto nutrito. In questi giorni nei territori le presentazioni

ANCONA – Innovazione, digitalizzazione, rinnovamento tecnologico e infrastrutturale, qualificazione del personale e valorizzazione della ricerca, riordino dell’assetto istituzionale. Sono alcuni dei punti cardine del Piano Socio Sanitario Regionale che viene presentato proprio in questi giorni nei diversi territori delle Marche dalla giunta regionale, con l’assessore della Regione Marche, con delega alla Sanità, Filippo Saltamartini in testa. Tre i grandi ‘capitoli’ e allo stesso tempo i nodi che il Piano punta a ‘sbrogliare’: riduzione delle liste d’attesa e della mobilità passiva, alleggerimento della pressione sugli ospedali, innovazione e digitalizzazione. Ma il piano, che fissa i programmi strategici destinati a rivoluzionare la sanità marchigiana, dando attuazione al Pnrr, è molto nutrito. Intanto questo primo viaggio si concentra su Pronto Soccorso, liste di attesa e digitalizzazione.

Sul fronte dell’assistenza ospedaliera il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale punta alla rimodulazione delle reti cliniche, al recupero della mobilità passiva, al potenziamento dei servizi in aree particolarmente disagiate. Nei Pronto Soccorso tra le azioni previste, l’attivazione o estensione dei percorsi di Fast Track per una gestione del triage il cui obiettivo è ridurre le attese (l’infermiere può indirizzare i pazienti agli ambulatori dedicati già in fase di triage, in caso di determinati segni e sintomi) e l’individuazione delle figure di Bed Manager, deputate a garantire l’appropriatezza dei ricoveri, cercando di evitare il sovraffollamento dei Ps e il problema della diminuzione dei posti letto. La Regione punta ad incrementare la dotazione di personale dei Pronto Soccorso e ad identificazione percorsi specifici a livello pediatrico e ostetrico.

L’altra nota dolente è quella delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche, sulle il Piano Socio Sanitario Regionale interverrà con un monitoraggio continuo della domanda e dell’offerta, con il rafforzamento delle prestazioni erogate, con l’omogeneizzazione della configurazione delle Agende Cup tra tutti gli enti e le strutture, con la riorganizzazione provinciale dei Cup. Accanto a questo è previsto un nuovo modello organizzativo per l’Emergenza-Urgenza che passa per la costituzione di una struttura di riferimento regionale per integrare, coordinare, gestire e monitorare tutta l’attività in emergenza urgenza e per l’istituzione del NEA (Numero Europeo Armonizzato) 116117, per ricoprire il ruolo di hub funzionale per le Centrali Operative Territoriali.

Nel ‘capitolo’ innovazione e digitalizzazione è previsto l’utilizzo di intelligenza artificiale nella prevenzione oncologica, nel trattamento radioterapico e nella diagnostica per immagini, la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’implementazione della Cartella clinica unica delle terapie intensive regionali, il potenziamento della rete informatica regionale dei Laboratori Analisi e delle misure di cybersecurity.

Altro elemento chiave, la telemedicina per il monitoraggio dei pazienti a domicilio, la teleassistenza e teleriabilitazione, con interventi terapeutici a distanza anche per la salute mentale, la televisita per i pazienti detenuti nelle carceri e l’ Internet of Medical Things, ovvero il monitoraggio con dispositivi indossabili, e la successiva trasmissione dei dati sanitari tramite internet. Accanto a questo è previsto l’ammodernamento tecnologico delle apparecchiature mediche e il rafforzamento dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale e della rete epidemiologica regionale. In questo contesto la ‘casa’ è concepita come primo luogo di cura tramite strumenti di domotica, telemedicina e telemonitoraggio.

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