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Palestre e piscine sul piede di guerra, Afm verso la protesta. Egidi: «La misura è colma»

Il presidente dell'Associazione fitness Marche lamenta l'esclusione degli abbonamenti nel conteggio dei ristori. Una goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo

I tapis roulant della palestra Fitness Square di Camerano

ANCONA – Doccia fredda per le palestre e le piscine, «L’Agenzia delle Entrate in una circolare di chiarimento sostiene che non abbiamo diritto ad essere aiutati sul fatturato degli abbonamenti, che per noi rappresenta più del 90% del totale». Così Gianluca Egidi, presidente regionale Afm, associazione fitness Marche. «Praticamente il Governo ci ha obbligato a chiudere per 10 mesi negli ultimi 15, e poi l’Agenzia delle Entrate ci ha negato ogni aiuto» spiega amareggiato.

«Gli abbonamenti sono ricavi, ma non essendo soggetti ad Ires, a norma di legge, non rientrano nel conteggio per i ristori, in base a quanto esplicitato dalla circolare», spiega Egidi, «si tratta di un valore rilevante per le palestre e le piscine, pari al 90-95% dei ricavi». Una goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai pieno da tempo.

La data prevista per la riapertura delle palestre, inizialmente fissata al 1° giugno è stata anticipata al 24 maggio, mentre per le piscine al chiuso si va al primo luglio. Delle 200 strutture circa presenti nelle Marche non si sa ancora in quante riapriranno, dopo essere state costrette a 10 mesi di chiusura senza ricevere «ristori adeguati» come annunciato.  Un settore che dà lavoro a circa 4mila persone e che vede circa 250mila persone usufruire di questi servizi nella nostra regione.

All’amarezza della circolare, spiega Egidi, si aggiunge anche quella «di non aver saputo l’esito del confronto avvenuto nei giorni scorsi a Roma tra la Regione e il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali». Il presidente di Afm aveva inviato sul tavolo della Vezzali e del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli una lettera in cui aveva messo nero su bianco le richieste delle palestre e delle piscine delle Marche, in vista delle riaperture: sostegni per le palestre e le piscine rimaste chiuse a causa della pandemia, una diversa gestione dei voucher, proroga del preammortamento dei finanziamenti e utilizzo delle docce, tra i punti prioritari.

Tra le richieste c’era anche quella di una diversa gestione dei voucher, spalmata su due anni per garantire agli abbonati che hanno pagato senza usufruire delle lezioni di recupere gli importi, ma anche alle palestre di non essere costrette i primi mesi a lavorare gratis.

Acquaroli, interpellato il 17 maggio sulla questione dai giornalisti, a margine del tavolo regionale sulla vertenza Elica, ha affermato che «il sottosegretario Vezzali ha sposato totalmente la posizione di sostegno e di vicinanza nei confronti delle attività colpite e si fa portatrice degli interessi di queste attività nei confronti del governo. Poi sarà il governo che nei prossimi provvedimenti dovrà cercare di dare risposte in maniera più ampia possibile».
Il presidente della Regione Marche fa sapere che il sottosegretario allo Sport «ha preso un impegno e ha garantito che aveva già sottoposto al governo e ai ministri di competenza quelle che erano le prerogative richieste. Vediamo come il governo potrà accoglierle totalmente o parzialmente».

Le palestre e le piscine delle Marche sono sul piede di guerra e l’associazione non esclude iniziative di protesta. «Siamo preoccupati per l’appuntamento del 1° giugno, dopo la circolare uscita – spiega – e per questo alla Regione chiediamo di rinnovare il suo impegno in favore delle palestre e delle piscine delle Marche. I gestori non ce la fanno più e non escludiamo forme di protesta. Ci è stato chiesto uno sforzo immane, ma siamo stati lasciati soli dalle Istituzioni».

Il presidente di Afm lancia una provocazione: «Fino a ieri abbiamo criticato chi ha utilizzato l’escamotage dell’agonismo per continuare a lavorare, tesserando le persone come se fossero professionisti, mentre così non era in alcuni casi. Da domani gli agonisti li facciamo tutti. Non ci possiamo più permettere di restare chiusi neanche un giorno a fronte di aiuti zero. La misura è colma».

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