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Dpcm, Acquaroli: «Servono regole più chiare, condivise e comprensibili dalla popolazione»

Il governatore delle Marche è intervenuto sul tema restrizioni in seguito alla Conferenza Stato Regioni e ha detto la sua circa la riapertura delle scuole

Francesco Acquaroli

ANCONA – «Ho chiesto anche questa volta che ci siano regole più chiare, condivise e comprensibili dalla popolazione circa i comportamenti da tenere rispetto alla suddivisione in fasce di colore delle regioni». Il governatore marchigiano Francesco Acquaroli si è espresso in questi termini sulla Conferenza Stato Regioni dell’11 gennaio, al centro della quale si è discusso del nuovo Dpcm in vista del 15 gennaio.

Il presidente della Regione Marche afferma di avere chiesto al governo «misure più tempestive e una maggiore certezza sui 21 parametri del calcolo dell’indice dell’Rt soprattutto se si andrà verso il restringimento della soglia». In base ai nuovi parametri una regione con un Rt fino a 1 diventa “arancione”, mentre con Rt a 1,25 scatta la “zona rossa” che apre le porte a restrizioni molto più rigide che comportano la chiusura di numerose attività produttivo con il rischio di metterne in ginocchio diverse.

Per questo Acquaroli ha chiarito di aver «posto di nuovo il tema dell’urgenza dei ristori economici per le tante attività che rischiano non solo la riapertura nel breve termine ma anche la sopravvivenza. Raccogliendo tanti dei messaggi che ricevo, ho voluto portare all’attenzione la situazione di tante persone che da mesi non vedono i propri genitori e i propri cari e che chiedono semplicemente di di poter rivedere gli affetti più stretti». Una situazione di impasse che secondo il governatore va superata al più presto.

Il governatore ha sottolineato la necessità di «essere attenti e di cercare di mettere in campo tutte le iniziative per cercare di contrastare la crescita dell’ondata epidemiologica». Poi ha rimarcato che «dal 15 di novembre ad oggi la stragrande maggioranza dei giorni li abbiamo trascorsi tra zona arancione e rossa, nonostante questo però vediamo ancora una curva in crescita e un numero di sintomatici e asintomatici che è elevato». Acquaroli ha infatti rimarcato che la settimana scorsa le Marche erano al limite dei 700 giornalieri, un fatto che sottolinea secondo il governatore ancora di più la necessità di dare regole comprensibili ai cittadini. Inoltre ha evidenziato ancora una volta «il cambio continuo dei Dpcm» ed ha spiegato che una regione non può essere classificata solo in base ad un indice che può essere espressione ad  esempio «di un focolaio ristretto che va poi a condizionare tutto il territorio regionale».

Sollecitato dai giornalisti a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto di sviluppo dell’aeroporto, sul fatto se le Marche siano a rischio di entrare in zona arancione o rossa ha dichiarato che «è difficile dirlo», ma rispetto ai dati della scorsa settimana i positivi sintomatici sono «all’incirca gli stessi», con la curva epidemiologica che da qualche settimana «ha mostrato una differenza di uno o due in più giornalmente». Una quota, quella dei positivi e dei sintomatici, che per il governatore scaturisce anche «dalla grande azione di tamponamento» condotta dalla Regione, elementi che «vanno letti nel contesto giusto».

Sulla questione della riapertura delle scuole, che ha suscitato aspre polemiche dopo l’ordinanza che posticipa la dad al 100% nelle superiori fino al 31 gennaio, il presidente, sollecitato sull’idea del tampone antigenico rapido da eseguire prima dell’ingresso a scuola, lanciata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ha detto che come il test molecolare questo «attesta la negatività o la positività in quel momento», ma la situazione può cambiare nel giro di poche ore.

«Il fatto di essere negativi fuori dalla scuola non è la patente che dice che il giorno dopo qualcuno non si può positivizzare, è un problema molto serio» che secondo Acquaroli chiede la messa in campo di tutte gli strumenti e le energie, ma rispetto ad una apertura «decidere di rimettere in moto una massa così importante di persone quotidianamente ogni giorno, al di là dei trasporti pubblici locali» mette a rischio «che la curva possa ripartire o avere una accelerazione». Insomma, secondo il governatore occorre «prudenza per qualche giorno, finché non c’è chiarezza rispetto alla ripresa dell’ondata o meno».

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