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Covid e paura, commercio in calo e città marchigiane svuotate – VIDEO

Negli esercivi commerciali la flessione è di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Fra allarmismo e restrizioni c'è meno propensione all'acquisto

Il centro di Ancona, immagine di archivio

ANCONA – La seconda ondata di coronavirus fa paura e, insieme alle restrizioni imposte con l’ultimo Dpcm, spegne la vita nelle città e il commercio, che nelle Marche registra una flessione di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (dato Cna Marche).

Nonostante le Marche siano state collocate dal Decreto in zona gialla, ovvero a rischio moderato e quindi con restrizioni più soft rispetto alle aree arancioni (rischio medio-altro) e rosse (rischio alto), il clima di incertezza legato alla pandemia svuota città e negozi, andando a pesare sulle attività commerciali.

Il coprifuoco alle 22, la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e quella dei centri commerciali nei festivi e prefestivi, non aiutano e gli operatori lamentano una flessione di clientela, legata alle restrizioni e al timore del contagio veicolato da una informazione martellante che verte sempre sullo stesso tema: il covid. Il direttore Cna Massimiliano Santini parla di «lockdown mascherato» che colpisce «indirettamente tutto il settore del commercio: i provvedimenti hanno tolto tempo e spazio emotivo per gli acquisti, oltre che per andare nei negozi. Una situazione che influisce anche sullo shopping natalizio i cui primi acquisti partono proprio in questo periodo».

Attività commerciali che subito dopo il lockdown hanno investito immediatamente in sicurezza, come sottolinea Santini, ma ora «la minore propensione all’acquisto e l’assenza di movimento», vanno ad aggiungersi ad un quadro che era già critico, penalizzato dalle chiusure di marzo e aprile.

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