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Coronavirus, mascherine verso l’esaurimento nelle Marche. Talevi: «Entro 48 ore potrebbero terminare»

Il segretario regionale della Cisl lancia l'allarme sui dispositivi di protezione, ormai agli sgoccioli. Chiede, inoltre, che vengano previsti tamponi per tutto il personale sanitario, anche sugli asintomatici

ragazza con mascherina

ANCONA – «L’autonomia delle mascherine protettive nelle Marche è agli sgoccioli, al massimo entro 48 ore potrebbero terminare». A lanciare l’allarme è la Cisl Marche per voce del segretario generale della funzione pubblica Luca Talevi. Nonostante sia arrivata in Italia una mega fornitura, con il peggioramento della situazione in Europa e negli Stati Uniti, la situazione potrebbe precipitare. Cresce la preoccupazione tra i lavoratori della sanità pubblica e privata, oltre che di quelli del terzo settore (come cooperative e rsa), tutti esposti in prima linea nella gestione della più grande emergenza sanitaria che si sia verificata nella storia.

«La mancanza di dispositivi di protezione individuale non coinvolge solo la sanità pubblica ma anche quella privata e il terzo settore – osserva Talevi – . Una parte delle mascherine arrivate in Italia non è idonea e, anche se la Regione si sta impegnando, è quasi impossibile trovarle». Una situazione che va ad aggravare un quadro già molto complesso. «È l’emergenza nell’emergenza, che va a pesare ulteriormente sulle spalle degli operatori sanitari che stanno lavorando senza sosta».

A mancare non sono solo le mascherine Ffp3 ed Ffp2, ma anche quelle chirurgiche, strumenti di protezione che gli operatori devono cambiare più volte nell’arco del turno per garantire un’adeguata protezione a sé stessi, ai pazienti e ai colleghi.

Dispositivi di protezione che, come sottolinea Talevi, non servono solo ai reparti di malattie infettive o di terapia intensiva, ma che «dovrebbero essere distribuiti a tutto il personale che lavora negli ospedali Covid». «Medici, infermieri e gli altri operatori sanitari – prosegue – vanno protetti tutti al massimo, sia che lavorino in un ospedale, che in una cooperativa o in una rsa.  Inoltre a questi eroi che stanno lavorando in condizioni drammatiche vanno riconosciuti non solo i meriti professionali e morali, ma dovrebbero beneficiare anche di una indennità. Gli si sta chiedendo di svolgere un lavoro incredibile, non basta ringraziare, serve un contributo».

Proprio due giorni fa la Regione aveva pubblicato un bando per l’acquisto urgente di mascherine e di altri dispositivi di protezione per gli operatori sanitari. Il segretario regionale della Cisl Marche Fp invoca infine che vengano previsti tamponi per l’accertamento della positività per tutto il personale sanitario, anche per gli asintomatici.

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