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Nelle Marche l’auto è la prima scelta per gli spostamenti. Legambiente: «Servono nuova cultura e investimenti»

Nell'ultimo Rapporto sulla mobilità degli italiani stilato dall'Isfort, emerge che per la prima volta in Italia il numero di auto ha superato i 40 milioni. Le Marche sono quart'ultime per densità di rete ferroviaria rispetto alla popolazione

L'interno di un nuovo mezzo di Conerobus

ANCONA – In Italia e nelle Marche i mezzi di trasporto pubblico sono poco utilizzati e l’auto privata resta la prima scelta. Nell’ultimo Rapporto sulla mobilità degli italiani stilato dall’Isfort, l’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, emerge che per la prima volta il numero di auto che circolano sulle strade italiane ha superato i 40 milioni, (nel 2022) con un incremento del +1% rispetto al 2021 e del +19% negli ultimi 20 anni.

Non solo, il tasso di motorizzazione è cresciuto, passando da 58,8 auto del 2002 alle 68,1 del 2022, un dato superiore a quello di altri Paesi europei. Insomma, il parco auto in Italia continua ad aumentare, ma a crescere è anche l’età media delle vetture: nel 2022 ha raggiunto i 12,5 anni, mediamente un’auto a benzina ha 15,6 anni (nel 2018 erano 14,3), 11,4 anni per le auto a gasolio (9,8 nel 2018). In pratica nel nostro Paese quasi il 60% delle auto non ha meno di 10 anni, mentre in altri Stati europei, come la Germania o la Francia, questa percentuale si ferma intorno al 40%.

Per quanto concerne la rete ferroviaria, le Marche sono in quart’ultima posizione in Italia per densità di rete rispetto alla popolazione. Secondo Cgil, Cisl e Uil, nella nostra regione solo il 2,6% dei marchigiani prende un mezzo pubblico (treno o bus) per spostarsi (studenti, lavoratori e anziani), un dato che attribuisce alla regione la maglia nera su questo fronte.

Il trasporto pubblico locale, però, è fondamentale per decongestionare il traffico stradale, ridurre l’incidentalità e le emissioni inquinanti in atmosfera e il consumo di suolo, rimarca Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche: l’autobus, infatti, sostituisce all’incirca più di 20 automobili sulla strada.

La distribuzione a macchia di leopardo della linea ferroviaria è uno dei nodi «che scoraggia un’abitudine, quella di prendere il treno, che già noi marchigiani non abbiamo – dice Ciarulli -, se un cittadino che deve fare 60 km per andare al lavoro, anche se con il treno può risparmiare e viaggiare in tranquillità, preferisce prendere l’auto perché ad esempio nell’entroterra non tutte le zone sono collegate, inoltre, sa che impiegherà molto più tempo per arrivare. A scoraggiare l’uso del trasporto su ferro è l’abitudine a prendere l’auto, ma anche la carenza dell’infrastruttura».

Diverso il quadro sul fronte del trasporto pubblico locale con l’autobus. In questo caso a penalizzare è soprattutto l’aspetto culturale: «L’Italiano – spiega – è abituato ad avere l’auto in garage, è un bene imprescindibile nel nostro Paese, mentre nel resto d’Europa la situazione è diversa. Per convincere gli italiani e i marchigiani a ricorrere ai mezzi pubblici come il bus bisogna incentivare queste modalità» più sostenibili per l’ambiente.

Secondo Legambiente servono «investimenti in mezzi di trasporto pubblico locale sostenibili, ma anche un percorso culturale e di sensibilizzazione che deve coinvolgere le giovani generazioni, mentre per far cambiare abitudine agli adulti servono azioni concrete, come un risparmio economico. Il PNRR – prosegue – è un’occasione importante per ridisegnare la mobilità, ma se non si inizia fin da subito ad investire su ferro e bus, sarà un’opportunità persa».

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