Attualità

Marche: approvate le linee guida per l’uso terapeutico della cannabis

La cannabis terapeutica è un farmaco già usato negli Stati Uniti e in altri paesi europei: solo l'Italia era ancora indietro. Con questa legge, sostiene Volpini, facciamo passi in avanti nella cura dei pazienti oncologici o spastici o affetti da sclerosi multipla

ANCONA – La IV Commissione regionale delle Marche sulla sanità approva a larga maggioranza le linee guida per l’uso terapeutico della cannabis, secondo passo dopo la legge regionale passata in consiglio lo scorso agosto. Piena operatività dunque e omogeneità su tutto il territorio regionale, dove ora potranno essere prescritti farmaci che contengono i principi attivi della cannabis, il Thc e il Cbd.

Quello che è passato in commissione è un documento in cui vengono specificati nel dettaglio gli impieghi terapeutici a carico del servizio sanitario regionale, i centri autorizzati dalla Regione Marche alla redazione dei piani terapeutici, i criteri per la prescrizione e dispensazione dei farmaci e quelli per i preparati magistrali contenenti cannabis. Infine sono regolate anche le regole di utilizzo, i dosaggi, tutti gli aspetti legati alla sicurezza e persino il monitoraggio dei consumi.

«Con il voto – commenta il presidente Fabrizio Volpini, del Partito Democratico – è stata approvata una serie di tutele sia per i pazienti, sia per la collettività: non stiamo permettendo usi ludici della cannabis, ma semplicemente autorizzando utilizzi medici come terapia anti dolore nei pazienti in cui non hanno avuto effetto altri medicinali».

Volpini – oltre a presidente di commissione è anche medico di medicina generale – parla di uso di «prodotti vegetali, quindi non di sintesi, realizzati dall’istituto farmaceutico militare di Firenze che è stato autorizzato dopo tutte le opportune verifiche, gli esami e gli accertamenti».
La realizzazione del farmaco cannabinoide Fm2 viene autorizzata dai centri specialistici e varia in base al tipo di indicazione che dà il medico specialista, che possono essere – solo a mò di esempio – il neurologo che prescrive la cannabis per alleviare i sintomi nei pazienti affetti da spasticità acuta o della sclerosi multipla, oppure l’oncologo che la indica come terapia del dolore nei pazienti malati di tumori.

«Abbiamo previsto anche che la prescrizione del farmaco a base di cannabis sia conseguente a un piano terapeutico redatto proprio dagli specialisti o anche dai medici di medicina generale sulla base delle indicazioni del medico specialista – continua il senigalliese Volpini – e con ricetta rossa, quindi monitorabile dal sistema sanitario regionale e persino rimborsabile».

L’approvvigionamento poi avverrà tramite le farmacie ospedaliere o tramite quelle esterne abilitate specificatamente per tale farmaco, quindi, a livello di sicurezza non ci sarà alcun problema – assicura il presidente della Commissione regionale sulla sanità. «Praticamente abbiamo previsto un sistema che permetta l’uso e non l’abuso, attraverso prescrizioni controllate e monitoraggi per salvaguardare sia la salute del paziente, sia l’aspetto per così dire etico».
Insomma lo Stato non vende droghe, giusto per chiarire i dubbi ai più titubanti che in maniera pessimistica disegnavano i rischi di un potenziale abuso: con la cannabis terapeutica mette soltanto a disposizione un medicinale con un principio attivo che possa alleviare i sintomi di alcune malattie che non hanno ottenuto adeguate risposte con i trattamenti convenzionali.

Ti potrebbero interessare