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Mangialardi e Zingaretti a Macerata: valzer di chiusura della campagna elettorale per le regionali

Il duo ha ripercorso i temi salienti del programma elettorale prima che scatti il silenzio in vista del voto. Zingaretti. «L'unico voto utile per il futuro delle Marche è quello a Mangialardi»

Maurizio Mangialardi e Nicola Zingaretti
Maurizio Mangialardi e Nicola Zingaretti

MACERATA – Ultimo giro di valzer per la campagna elettorale del candidato governatore di centrosinistra Maurizio Mangialardi che ha chiuso proprio questa sera a Macerata,  in Piazza Vittorio Veneto, affiancato dal segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti e dal candidato sindaco per Macerata Narciso Ricotta. Un appuntamento particolarmente sentito, a cui il segretario nazionale dei dem non ha voluto mancare per far sentire la vicinanza del partito ai candidati in lizza nel centrosinistra, impegnati nella sfida elettorale che punta a respingere l’assalto della destra alla Regione Marche.

«Con il voto di domenica e lunedì – ha detto Mangialardi – si decide chi governerà le Marche nei prossimi 5 anni, e la scelta, tutti ne devono essere consapevoli, è tra Mangialardi e Acquaroli, tra due visioni radicalmente opposte circa il futuro della nostra regione».

Da un lato il candidato in quota dem, rimarca il progetto del centrosinistra, «chiaro, concreto, pronto a essere attuato per rivoluzionare la sanità, imprimere un’accelerazione alla ricostruzione post sisma, sanare i ritardi infrastrutturali che affliggono la nostra regione e farla uscire dalla crisi economica che la attanaglia». Un progetto al quale ha contrapposto quello della «grande ammucchiata della lugubre destra sovranista, populista, nostalgica e antieuropeista, pronta a privatizzare la nostra sanità sulla scia dei modelli di Lombardia e Veneto. Io non ho dubbi sul fatto che gli elettori marchigiani che hanno a cuore i temi dell’ambiente, della rinascita dei nostri territori, della sicurezza sismica delle scuole, della democrazia partecipata, della semplificazione amministrativa e della gestione trasparente della cosa pubblica, sapranno compiere la scelta giusta per il loro domani e per quello dei loro figli».

Mangialardi

A lanciare la volata di Mangialardi a ormai poche ore dal voto, Zingaretti che ha sottolineato come «l’unico voto utile per il futuro delle Marche è quello a Maurizio Mangialardi, un amministratore capace, competente e innamorato di questo splendido territorio. Non posso credere che la cultura democratica e progressista delle marchigiane e dei marchigiani ceda alle sirene del sovranismo e del populismo di questa destra nostalgica».

Mangialardi ha poi ripercorso il lavoro svolto per mettere a punto la programmazione riguardante gli interventi da realizzare con il Recovery Fund: «Le risorse stanziate dall’Unione Europea pongono anche le Marche di fronte a una possibile svolta storica, perché dei 209 miliardi che arriveranno in Italia, almeno 8 potrebbero essere destinati alle Marche. Questo, infatti, è l’accordo a cui già da mesi, all’indomani dello storico accordo raggiunto a luglio dai leader dell’Unione Europea, ho iniziato a lavorare con il governo, e in particolare con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri».

Un accordo che Mangialardi ha definito «frutto non di un calcolo algebrico, ma di un ragionamento politico sul reale fabbisogno di questa regione per quanto concerne sanità, infrastrutture, ricostruzione post sisma, sostegno alle imprese agricole e industriali, occupazione, e in particolare l’occupazione giovanile, digitalizzazione, innovazione e ambiente. Insomma, 8 miliardi che serviranno a far uscire i nostri sogni dal cassetto».

Risorse che il candidato governatore del centrosinistra ha rimarcato «non sono affatto scontate, ma legate a una programmazione che abbiamo elaborato e presentato al governo per mettere le Marche in pole position in vista delle scadenze di ottobre, quando dovranno essere trasmesse a Bruxelles le schede progetto sulla base delle quali verranno erogati gli stanziamenti».

Insomma, «tale opportunità passa dalla necessità di garantire alla Regione Marche un governo non solo europeista, ma soprattutto autorevole, capace e competente, con ben chiare in testa le idee per le Marche del futuro. E questo governo può scaturire solo da una vittoria del centrosinistra, non da quella di figure scelte dalle segreterie romane di Fratelli d’Italia e Lega solo per combattere battaglie nazionali, senza alcun reale interesse per le nostre Marche».

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