Ancona-Osimo

Mangia a sbafo nei ristoranti, denunciato

Ordina le pietanze più costose di un noto ristorante del centro di Ancona e se ne va senza pagare. Denunciato un uomo originario di Catania, già colto in flagrante per lo stesso reato

Volanti della Questura di Ancona

ANCONA- Ordina le pietanze più costose in un ristorante del centro, mangia abbondantemente e se ne va senza pagare il conto. Pensava di farla franca anche questa volta il trentaseienne pluripregiudicato, residente in provincia di Catania, solito girare l’Italia mangiando a sbafo le specialità di ogni città visitata. Invece, l’uomo è stato fermato dalle volanti della Questura di Ancona.

Domenica, il catanese ben vestito, è entrato in un ristorante del centro. Di fronte alla carta dei menù ha ordinato le pietanze più costose, chiedendo al cameriere anche gli ingredienti e il modo di cottura, abbinando il tutto con un buon vino rosso tipico del capoluogo. Al momento del conto l’uomo spavaldamente è andato verso la cassa confidando al titolare di non poter pagare in quanto non aveva neanche un euro. Ringraziato per il pranzo gratis, il trentaseienne se ne è andato. Incredulo per quanto accaduto il ristoratore ha chiamato il 113.

Gli agenti, si sono messi immediatamente sulle tracce dell’uomo. Intercettato in una via limitrofa, è stato identificato. Da un immediato controllo è emerso che il catanese aveva alle spalle una lunga serie di denunce per insolvenza fraudolenta e, tracciando un’ipotetica mappa, aveva percorso la penisola dalla Sicilia fino ad Ancona assaggiando nei vari ristoranti i piatti tipici, ovviamente senza pagare. Visti anche gli altri precedenti di polizia, oltre ad una denuncia per l’art.641 del codice penale, il Questore lo ha munito di un foglio di via obbligatorio dalla città.

Nel fine settimana, i controlli della polizia ad Ancona e provincia hanno portato 735 persone identificate di cui 29 pregiudicati e 139 stranieri, 276 veicoli controllati, 23 posti di controllo effettuati, 17 controlli domiciliari a persone sottoposte agli arresti domiciliari.

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