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A Passo di Treia l’Arrocco Festival. Ospite d’eccezione lo scrittore Paolo Maurensig

L’autore goriziano ha parlato del suo ultimo libro che ha come protagonista un campione internazionale di scacchi, gioco che è metafora di vita e scrittura

MACERATA – Due grandi scacchiere a dimensione umana a cornice della Torre del mulino fortificato di Passo di Treia, luogo di memorie rimosse, in tale occasione riempito di contenuti culturali. Questo lo scenario dell’Arrocco Festival, progetto pilota che unisce gioco, cultura ed educazione alla corretta alimentazione.

Un successo che verrà ripetuto anche in altre città della provincia di Macerata, in collaborazione con l’associazione sportivo dilettantistica la Torre Smeducci di San Severino Marche e l’azienda Oro della Terra – Ortenzi Srl.

Ospite d’eccezione dello scorso sabato 12 ottobre il celebre scrittore goriziano Paolo Maurensig, autore di numerosi libri tra cui l’ultimo romanzo “Il gioco degli dèi” (Einaudi, 2019). Una chiacchierata con l’autore e una vera e propria intervista in dialogo col pubblico. Fin da subito capiamo che il gioco del titolo sono gli scacchi, attività a cui Maurensig ha dedicato ampio spazio nelle sue opere. «Gli scacchi non sono un gioco, ma una scienza e un’arte», queste le parole dell’autore. «Lo scacchista è un artista che usa pedine e scacchiera al posto di pennello e colori».

Il narratore ha raccontato anche del suo stretto rapporto con questo gioco, ricordo d’infanzia a cui si è poi nuovamente dedicato dopo un’interruzione durata trent’anni. «Pensavo di ritrovare ciò che avevo lasciato. Sebbene siano molto cambiati, gli scacchi sono rimasti sempre gli stessi per un aspetto: il giocatore davanti alla scacchiera è una persona con i suoi sentimenti e la sua paura della disfatta. Le regole del gioco sono regole di vita».

Numerosi i temi affrontati, appartenenti alla poetica dell’autore. In primis le affinità tra gli scacchi e la creazione letteraria. Ha affermato Maurensig. «La scrittura è una specie di partita che si gioca col nostro subcosciente e la carta su cui si scrive è la scacchiera sulla quale decidiamo di giocare da scrittori. Non si deve mai aspettare l’ispirazione. Bisogna scrivere. E solo nel corso della scrittura l’ispirazione arriverà. Sarà anche solo uno scarabocchio, ma equivale alla prima, fondamentale, mossa».

Il gioco degli dèi è un romanzo intriso di ironia (a tratti tragica) e narrato in prima persona, dal punto di vista del grande campione di scacchi Malik Mir Sultan Khan. Topic della storia anche la complessa conciliabilità tra Oriente e Occidente e la madrepatria Gorizia come terra che guida le azioni dell’uomo e dello scrittore Maurensig: «Essere nato goriziano ha fatto sì che i miei modelli siano rintracciabili nella letteratura slava e tedesca, più che in quella italiana. Gorizia è un mondo a sé».

Tra gli interventi del pomeriggio anche quello di Caterina Ciambotti, presidente dell’associazione La Torre Smeducci di San Severino Marche, circolo scacchistico impegnato nella divulgazione del gioco tra le giovani generazioni: «Con questa disciplina abbiamo avuto notevoli passi avanti sul piano educativo, anche con ragazzi diversamente abili».

La Dirigente dell’Istituto Comprensivo Egisto Paladini di Treia, Angela Fiorillo, ha ringraziato per la donazione di libri alla sua scuola, sottolineando come gli scacchi siano un gioco che stimola il problem solving e leggere sviluppi creatività e immaginazione, ma anche incontro con l’altro.

In chiusura è stato offerto al pubblico un rinfresco che celebra le Marche e i loro sapori, a cura dell’Associazione Cuochi Maceratesi, con presidente la chef Iginia Carducci. Sotto il nome degli “alfieri dello scacco”, questa federazione di cuochi professionisti sta infatti salvaguardando i vincisgrassi maceratesi come piatto tipico, attualmente in attesa del riconoscimento di Specialità Tradizionale Garantita. Per fare scacco alla grande distribuzione e tutelare storia e tradizione.

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