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Tragedia di Porto Recanati, slitta la sentenza. Farah Marouane non può raggiungere il Tribunale

Il marocchino, accusato di omicido stradale plurimo aggravato, non era presente per mancanza di un'ambulanza. Intanto, accordato il rito abbreviato. L'avvocato Giuliano Natalucci, che assiste 5 parti civili, chiederà l'aggravante della colpa cosciente

Tragedia di Porto Recanati
Tragedia di Porto Recanati

MACERATA – Sentenza rinviata al 16 aprile per Farah Marouane, il marocchino 35enne di Monte San Giusto accusato dell’omicidio stradale di Elisa Del Vicario e Gianluca Carotti, la coppia di Castelfidardo uccisa mentre rientrava da una festa a Porto Recanati nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorso.

Lo schianto fatale con l’Audi A6 giudata dal marocchino, ubriaco e sotto gli effetti della cannabis. Il processo, che era stato fissato ad oggi, dopo il rinvio dello scorso 26 marzo, era iniziato questa mattina con la richiesta da parte della difesa, i legali Vando Scheggia e Emanuele Senesi, di concedere il rito abbreviato,  accolto dal Tribunale di Macerata.

Il processo è slittato al 16 aprile alle 12.30 in quanto Farah Marouane aveva chiesto di essere presente al processo: il marocchino però, come spiega il legale Vando Scheggia, è in carrozzina, ha un catetere, due vertebre rotte e un braccio rotto in seguito all’incidente, era quindi necessario il trasporto in ambulanza. Alle 17 di oggi pomeriggio, 8 aprile, è arrivata la notizia: non c’è l’ambulanza e quindi la sentenza slitta a martedì 16.

Non è soddisfatto l’avvocato Vando Scheggia che non riteneva necessario procedere con urgenza, sia perché il suo assistito si trova chiuso nel carcere di Montacuto, e «la misura cautelare non è in scadenza», sia perché «non c’è il rischio di decorrenza dei termini e quindi farlo oggi o fra un mese e mezzo sarebbe stato lo stesso».

«Prendo atto della decisione del Tribunale – spiega il legale – ma resto dell’opinione che sarebbe stato meglio fare il processo quando l’imputato poteva comparire senza dover ricorrere all’ambulanza».

Gianluca Carotti e Elisa Del Vicario
Gianluca Carotti e Elisa Del Vicario

Farah deve rispondere dell’accusa di omicidio stradale plurimo aggravato e lesioni gravi. L’imputato rischia dai 12 ai 18 anni di reclusione, pena massima per omicidio stradale con le aggravanti: il marocchino si era messo al volante ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il tasso alcolemico del marocchino era di 1,7 grammi per litro, mentre il valore di cannabis presente nel sangue era pari al 6,5 nanogrammi per millilitro (tetraidrocannabinolo).

Al processo erano presenti anche le parti civili che non hanno accolto con grande favore il rinvio. Esprime rammarico per il fatto che il processo «poteva essere chiuso oggi», l’avvocato Giuliano Natalucci, che assiste Patrizia Centioni e Vito Del Vicario (genitori di Elisa), Laura Del Vicario (sorella di Elisa), Bruna Centioni (nonna di Elisa) e Settimio Carotti (papà di Gianluca).

Il legale di 5 delle parti civili, Natalucci, chiederà che venga applicata anche l’aggravante della colpa cosciente: secondo l’avvocato infatti il marocchino avrebbe commesso il reato con previsione di evento. Nel caso in cui venga concessa la pena potrebbe essere elevata al massimo a 21 anni.

I due figli minori della coppia, rimasti feriti nello schianto, sono assistiti dal legale Francesco Linguiti (la figlia di Carotti e sua madre) e dall’avvocato Silvio Verri (il figlio di Elisa e suo padre).

 

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