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Macerata, scoppia il caso mense. L’opposizione: «Così si smantella un’eccellenza»

Criticata la sperimentazione dell'amministrazione che vuole esternalizzare la preparazione di alcuni piatti in mense scolastiche più grandi. Duro affondo anche contro il taglio dell'assistenza agli studenti disabili

MACERATA – «I fondi mancano perché sono stati tagliati dal bilancio votato da questa amministrazione, riconoscetelo. Ci sono 500 mila euro in meno. Si va a scuola adesso e ogni ora senza assistenza per gli studenti con disabilità significa un’ora di scuola in meno. “Faremo appena possibile” non è una risposta accettabile quando si parla di servizi essenziali per l’inclusione e per il diritto allo studio». Duro affondo della consigliera Stefania Monteverde (Macerata Bene Comune) che ha criticato il taglio di un’ora settimanale all’assistenza agli studenti disabili approvata dall’amministrazione comunale di Macerata che però, per bocca dell’assessore Katuscia Cassetta, si è detta pronta a ritoccare il taglio «nel corso del 2021 quando saranno riviste le voci del bilancio approvato, dato che per questa amministrazione l’esigenza del sostegno ai disabili è fondamentale e dato che si tratta di un assestamento già programmato dalla precedente amministrazione secondo le disponibilità di bilancio».

La consigliera comunale di Macerata Bene Comune, Stefania Monteverde

Un tema che è venuto fuori ieri (lunedì 18 gennaio) durante la presentazione dell’ordine del giorno che aveva come primo firmatario David Miliozzi (Macerata Insieme) in cui si chiedeva anche di fare il punto sulla sperimentazione che interesserà cinque mense scolastiche e che ha messo in allarme i genitori. L’amministrazione, infatti, sta pensando di estendere anche alle scuole Mameli, Villa Serra, Anna Frank, De Amicis e Natali la sperimentazione già avviata nella scuola Padre Matteo Ricci, per cui alcune pietanze (il condimento del primo piatto, il secondo piatto e il contorno) verranno cucinate in mense scolastiche più grandi, mentre solo il primo piatto sarà cucinato in loco.

«Non ci sarà nessun cambio della qualità e dell’appetibilità dei pasti – ha spiegato l’assessore Cassetta -, anzi ci sarà un maggiore controllo nel momento della preparazione e il trasporto avverrà seguendo tutte le regole igienico-sanitarie e con il supporto di personale autorizzato e formato. Tutto avverrà nel rispetto delle regole dell’autocontrollo e le materie prime saranno sempre le stesse e preparate dai cuochi già presenti. Una sperimentazione che permetterà di efficientare al meglio il servizio e ottimizzarlo. Non sarà persa alcuna mensa interna e i cibi a maggior rischio di deterioramento verranno preparati da quelle che attualmente dispongono della strumentazione più idonea garantendo così una maggior sicurezza del prodotto finale ai ragazzi».

Una risposta che non ha convinto la consigliera Monteverde che ha accusato la giunta di «smantellare un’eccellenza», ma anche il consigliere Alberto Cicarè (Strada Comune – Potere al popolo) che ha sottolineato come «le modifiche non sono allo studio, ma saranno attive da marzo». L’ordine del giorno è stato respinto.

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