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Macerata, primarie del centrosinistra. «Il voto una forma di partecipazione»: l’appello dei candidati

I cittadini maceratesi sono chiamati alle urne per decidere chi correrà alle prossime elezioni comunali che si terranno a fine maggio. A pochi giorni dal voto ecco le impressioni dei quattro candidati e il loro appello agli elettori

Da sinistra Stefania Monteverde, Luciano Pantanetti, Narciso Ricotta e David Miliozzi

MACERATA- I seggi si apriranno domenica 16 febbraio alle ore 8:00 per chiudersi poi alle 22:00. I cittadini maceratesi sono chiamati alle urne per decidere il nome del candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali che si terranno a fine maggio. Tutti i quattro competitors sono concordi nel ribadire che le primarie rappresentano «una forma democratica di scelta e partecipazione».

«Abbiamo lanciato otto grandi idee per Macerata: comunità orgogliosa, sicura e ospitale, verde e rigenerata, giovane e attiva. Abbiamo fatto un percorso di partecipazione con i tanti cittadini e cittadine che incontriamo. Insieme abbiamo fatto progetti concreti per ciascuna idea: scuole, ludoteche per i giovani, spazi per tutti gli sport, cantieri culturali per il lavoro e il commercio, servizi di qualità come le mense bio e i nidi, cammini verdi, rigenerazione degli spazi, cura del verde. E continuerà anche dopo il 16 febbraio. È un modo diverso di fare politica, senza segrete stanze – le parole del candidato Stefania Monteverde -. Ci offende sentir dire che Macerata è morta. Noi pensiamo con orgoglio che è viva e ha grandi sfide davanti come città capoluogo alla guida del territorio».

«Credo che anche in questa città sia il tempo del governo di una donna per quella pluralità di cui c’è bisogno – ha concluso il vice sindaco -. L’appello a tutti è andare a votare e scegliere. Non sono le primarie del Pd, ma le primarie per scegliere chi sarà il candidato sindaco o la candidata sindaca di tutto il centrosinistra alle prossime elezioni. Spero che sia una donna con un progetto progressista, ecologista, coraggioso».

Le primarie rappresentano una «forma democratica attraverso la quale il popolo del centrosinistra può decidere chi meglio può rappresentarlo – il commento del Presidente del Consiglio comunale Luciano Pantanetti -. Un’occasione da non perdere per capire chi, tra questa rosa, ha le qualità per rappresentare le esigenze e le istanze del centrosinistra. Ognuno dei candidati ha la propria sensibilità e ricordo che non andare a votare sarebbe, per tutti, un’occasione persa».

Le «sensazioni sono positive» ha aggiunto Pantanetti che, durante i suoi incontri in campagna elettorale, ha notato il «bisogno delle persone di essere ascoltate. Anche le critiche che sono arrivate sono state costruttive e questo è un buon punto di partenza».

«Questa è un’occasione per i cittadini di poter dire la loro e passare dal solito piagnisteo sul fatto che non si può mai decidere ad avere finalmente questa opportunità – ha sottolineato il candidato Narciso Ricotta -. Le primarie del centrosinistra devono essere prese e “sfruttate” in modo positivo quindi invitiamo tutti a partecipare numerosi. Siamo quattro candidati validi e capaci di ricoprire la carica di sindaco, ognuno di noi con la propria declinazione particolare e soggettiva di vedere la città».

«Macerata ha bisogno di un vero cambiamento e le sensazioni che ho avuto in questi giorni sono state molto positive – le parole del candidato David Miliozzi -. La campagna elettorale è stata bellissima ed entusiasmante perché abbiamo incontrato e ascoltato tantissime persone dalle frazioni al centro storico. Se si vuole votare la continuità si votino gli altri tre ma se si vuole scegliere la novità e il rilancio si voti Miliozzi. Abbiamo tante idee e non vediamo l’ora di portarle avanti».

«Il sindaco è il primo cittadino ma deve pensare fino all’ultimo e proprio dal centro storico deve partire questo rilancio altrimenti Macerata muore – ha concluso Miliozzi -. Partiamo dal valorizzare ciò che abbiamo e soprattutto gli uffici; riprendiamo a marciare insieme e con entusiasmo verso la stessa direzione come una grande famiglia».

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