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Macerata, i Comitati mensa in pressing sul Comune: «Vogliamo chiarezza, la sperimentazione va rinviata»

I rappresentanti delle cinque scuole in cui, da marzo, dovrebbe partire una sperimentazione sul servizio, chiedono un incontro all'amministrazione comunale

MACERATA – Fermare il prossimo avvio della sperimentazione del nuovo servizio mensa in cinque scuole di Macerata per rinviarlo, almeno, all’inizio del prossimo anno scolastico e convocare al più presto un incontro per capire come verrà davvero organizzato il nuovo servizio. Questo quanto chiedono i Comitati mensa delle scuole “Mameli”, “Anna Frank”, “Villa Serra”, “Natali” e “De Amicis” all’amministrazione comunale, tramite una Pec inviata nei giorni scorsi. La sperimentazione nel servizio mensa, che il Comune dovrebbe avviare da marzo, per cui le mense delle cinque scuole (definite più piccole) riceveranno il condimento del primo piatto, il secondo e il contorno (il primo piatto sarà sempre preparato in loco) da una mensa più grande, continua a far discutere e i Comitati dei genitori chiedono maggiori certezze.

Tra le criticità sottolineate dai Comitati nella Pec c’è proprio questo ulteriore trasporto tra una mensa e l’altra «per cui crescono il numero di variabili da controllare», oltre al fatto che con il Covid i genitori sono impensieriti dalla maggiore concentrazione di più cuochi nelle stesse cucine. «Rispetto ancora al fattore sicurezza, visto che è stato chiarito che non ci sono criticità nelle cucine interessate dal cambiamento – scrivono i Comitati al Comune -, non ci è chiara la reale motivazione di una tempistica di avvio così ravvicinata alla presentazione del progetto. Nel caso ci fossero state delle variazioni o dei cambiamenti, saremmo lieti di sottoporre la vostra relazione a uno studio qualificato che si è messo a disposizione per una valutazione tecnica».

Altro aspetto contestato è quello economico e i genitori chiedono anche un business plan che evidenzi costi e benefici della sperimentazione, «visto che, nel Piano esecutivo di gestione, la voce che prevede l’acquisto delle derrate alimentari per le scuole, diminuisce da 370mila euro a 245mila tra il 2021 e gli anni successivi. È possibile che sia necessario per il bilancio, – si legge ancora nella Pec -, ma vorremmo capire come questa cosa si tradurrà materialmente e capirlo in maniera dettagliata e documentata».

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