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Macerata, 34 infermieri neo laureati a lavoro. L’Ordine: «Previsione e territorialità: la “lezione” del covid»

Appena usciti dall'università gli operatori sono entrati a supporto dei colleghi impegnati nella lotta contro il covid-19. Ecco la situazione descritta da Sandro Di Tuccio, presidente dell'Ordine degli Infermieri

MACERATA – Il Covid-19 ci ha insegnato quanto sia importante la territorialità nella lotta al virus. In prima linea, sul territorio, ci sono, tra le altre figure sanitarie professionali, anche gli infermieri. Abbiamo fatto il punto con il presidente dell’Ordine degli infermieri di Macerata Sandro Di Tuccio dato che, dal primo dicembre, 34 nuovi colleghi sono entrati a lavoro, a pieno regime, dopo essersi laureati.

Il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Macerata Sandro Di Tuccio

«Lunedì abbiamo deliberato l’iscrizione all’Ordine degli infermieri per i nuovi 34 giovani che si sono laureati a Macerata e già da ieri (martedì 1 dicembre) si sono subito messi a disposizione perché è importante che diano supporto ai colleghi – ha detto il presidente Di Tuccio -. Sono stati indirizzati dove al momento c’è maggiore urgenza e quindi nelle case di riposo e nelle strutture private per anziani; c’era bisogno di linfa fresca e per fortuna sono arrivati questi ragazzi che ci danno una grandissima mano. Senza dubbio sono pochi rispetto a quanto servirebbe ma tali decisioni dovevano essere programmate prima; noi da tempo abbiamo chiesto di aumentare il numero di infermieri da formare».

La territorialità, nella lotta al virus, ha poi giocato un ruolo importante: «Sarebbe stata la chiave di volta della vittoria se tutto fosse stato programmato ma purtroppo, nella prima ondata soprattutto, non è stato così e le strutture ospedaliere si sono intasate – ha continuato il presidente Di Tuccio -. Insieme ai medici di famiglia ci battiamo moltissimo affinché ci sia una figura che lavori nell’ambito del distretto; pensiamo alle zone montane dove ci sono tanti anziani e dove è davvero importante intercettare un minimo problema per cercare di evitare i ricoveri».

«In tal senso ci auguriamo che la pandemia “sia servita” a cogliere la lezione – ha proseguito il presidente dell’Ordine maceratese -. Il Decreto Rilancio ha creato la normativa per la figura dell’infermiere di famiglia. Ora dobbiamo progettarla e riorganizzarla tutti insieme per il territorio quando l’emergenza sanitaria sarà finita. Il futuro comunque ci fa ben sperare e non dimentichiamo che le altre malattie non sono andate in vacanza quindi oltre al Covid dobbiamo sempre garantire il supporto per tutte le altre attività mediche».

Infine il dottor Di Tuccio ha osservato il problema del reperimento delle figure professionali: «Il problema non è quello di assumere gli infermieri ma di riuscire a reperirli e proprio per questo spesso si chiede supporto all’Esercito – ha concluso il presidente dell’Ordine di Macerata -. Speriamo che la nuova organizzazione formativa sia adatta, nel futuro, ai bisogni reali. Dobbiamo programmare e prevedere; la pandemia ci ha insegnato che questo è un aspetto fondamentale».

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