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Loreto, la mostra su Raffaello si farà nonostante il Coronavirus

L'emergenza sanitaria ha imposto un secondo stop all'inaugurazione. Ma si tratta solo di uno slittamento. L'esposizione potrà essere aperta dopo lo scadere dei tempi fissati dall'ordinanza della Regione Marche

Paolo Niccoletti e Moreno Pieroni
Il sindaco e l'assessore a Roma davanti all'arazzo

LORETO – L’arazzo Ananias et Saphira della collezione di Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona è la punta di diamante della mostra Ananias et Saphira. Raphael invenit curata dal professor Stefano Papetti organizzata a Loreto. Uno splendido originale che pone la città mariana in primo piano nelle celebrazioni di Raffaello a 500 anni dalla sua morte.

Il Coronavirus però ha imposto un secondo stop all’inaugurazione della mostra, prima il 29 febbraio e poi oggi pomeriggio stesso (6 marzo). L’esposizione potrà essere aperta dopo lo scadere dei tempi fissati dall’ordinanza emanata dalla Regione Marche.
Al 19 aprile è fissata la chiusura ma è possibile che possa essere prorogata per alcuni giorni proprio a fronte dello slittamento dell’inaugurazione. Spettacolare scenario sarà il Bastione Sangallo, appena diventata spazio polifunzionale con i maxi avori di riqualificazione.

La mostra approda nelle Marche e si compone, oltre che di quell’arazzo, di altre incisioni tratte dalle stesse opere di Raffaello appartenute al marchigiano Fortunato Duranti, realizzate da artisti provenienti dall’Accademia delle Belle arti di Urbino.
«Le Marche aggiungono con questo evento un nuovo e prestigioso tassello nel mosaico culturale del 2020, rendendone un qualificato centro di cultura, religiosità e turismo», ha detto l’assessore regionale a Cultura e Turismo Moreno Pieroni.

L’arazzo, che rappresenta una raffigurazione della morte di Anania, deriva, come gli altri commissionati all’artista da papa Leone X De’ Medici subito dopo la sua elezione, dai cartoni disegnati che lo stesso Raffaello approntò per le botteghe fiamminghe e che in quei laboratori vennero poi tradotti in stoffa. Servivano ad abbellire con decorazioni mobili la fascia inferiore della Cappella Sistina e fu proprio l’artista marchigiano a essere incaricato di concepire i soggetti da esporre all’apice dalla sua fama romana. Sulla base dei cartoni, eseguiti dal maestro con i suoi allievi, vennero così approntati quelli per la tessitura della confezione finale da realizzare in Belgio.

L’intero ciclo degli arazzi, compreso quello visibile al Bastione, è celebre per la bellezza e la ricchezza dei materiali usati, tanto che nel corso dei secoli successivi son stati più volte replicati dalle principali corti europee. «La mostra con l’arazzo disegnato da Raffaello conferma Loreto come luogo di riferimento nella costellazione delle città artistiche italiane. È per noi un onore poter ospitare questa esposizione che ci consente di rendere omaggio a uno degli artisti più conosciuti delle Marche», ha detto il sindaco di Loreto Paolo Niccoletti.

Loreto si apre al grande artista marchigiano proprio in coincidenza di un altro evento di grande valore spirituale per la città mariana, il Giubileo lauretano, inaugurato lo scorso 8 dicembre. «Spiritualità, arte e bellezze naturali costituiscono un tessuto che rende Loreto una città unica. La mostra si inserisce perfettamente in questo contesto. Consente anche di accrescere l’offerta turistica della città», ha aggiunto l’assessore al Turismo Fausto Pirchio. Rientrano nell’iniziativa espositiva l’Accademia delle Belle Arti Urbino, il Banco marchigiano credito cooperativo, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Loreto e Opere laiche e Casa Hermes e Artifex international.

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