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Sostegni, Loreto si mobilita. Pieroni: «Zero presenze e ristori insufficienti, così il turismo religioso muore» – VIDEO

Sindaco, giunta, commercianti e associazioni di categoria sono scesi in piazza per protestare contro il decreto varato dal governo che non prevede bonus specifici per le città santuario

Un momento della manifestazione della Giunta e dei commercianti a Loreto

LORETO – «Zero presenze e ristori insufficienti, così il turismo religioso muore». È il grido di allarme lanciato dal sindaco di Loreto Moreno Pieroni che si è fatto promotore, coinvolgendo giunta e consiglio comunale, della prima manifestazione di protesta che si tiene da 500 anni a questa parte nella città Mariana.

Il primo cittadino è sceso in piazza, davanti al Santuario, al fianco dei commercianti della città, di produttori di articoli religiosi, degli albergatori, e ristoratori, penalizzati dalle chiusure imposte per limitare la diffusione del covid-19 e dall’azzeramento del turismo religioso per lo stop agli spostamenti e agli assembramenti.

I manifestanti davanti alla Basilica di Loreto

La manifestazione, che come un’onda sta interessando le città santuario italiane, ieri si è tenuta ad Assisi, oggi Loreto e domani a Cascia, ed è nata per protestare contro il Decreto Sostegni, appena approvato dal governo, perché ha confinato le città, sedi di luoghi di culto, ai margini delle misure previste a ristoro delle perdite legate al Covid-19, cancellando il bonus specifico a loro dedicato.

Dal testo finale del decreto è infatti scomparso l’emendamento 13 che riguardava la misura prevista per i comuni nel cui territorio sono presenti santuari, i quali sono stati annoverati tra i beneficiari del plafond di 10 milioni di euro stanziato a favore degli esercenti dei centri storici.

La Giunta al fianco di commercianti, produttori di articoli religiosi e delle altre categorie colpite dall’azzeramento del turismo religioso

L’emendamento era stato inserito in extremis nella Legge di Bilancio approvata in dicembre, a seguito dell’azione congiunta dei sindaci di Loreto e Assisi, dopo che già nel novembre scorso le loro città erano state inizialmente escluse dai destinatari del Decreto Ristori.

Il Decreto varato dal governo però non ha previsto un bonus specifico per i comuni che ospitano i luoghi di culto, 763 in tutta Italia, annoverandoli nella misura generica riservata ai centri con più di 10 mila abitanti, senza dunque considerare il calo drastico di presenze legate al turismo religioso. Uno stop, quello al turismo dei fedeli, che ha inferto una mazzata alle attività produttive che vi ruotano attorno, dagli albergatori, ai ristoratori, dai negozi che vendono articoli religiosi e souvenir, alle imprese che li realizzano. 

Moreno Pieroni, sindaco di Loreto

«Mentre il turismo nelle città d’arte, della costa e montane ripartirà, nelle città Santuario, legate ad un turismo di massa, questo non avverrà tanto presto» dichiara il sindaco Moreno Pieroni, che mettendo a confronto i numeri delle presenze in città fa notare che queste a Loreto si sono «azzerate».

Il primo cittadino spiega che se nel 2019 «abbiamo avuto una media di 1.800 pullman in un anno», nel periodo gennaio-giugno 2020 questi si sono ridotti ad 8, mentre dall’inizio di quest’anno «siamo passati a zero, non abbiamo pellegrini né turisti».

Un turismo, quello religioso, di cui beneficia un ampio indotto, come fa notare il sindaco e una fetta importante del territorio marchigiano, per questo il sindaco Moreno Pieroni si appella non solo al governo al quale chiede di «rafforzare, almeno triplicare, i fondi messi a disposizione per il sistema del turismo, perché 10 milioni per i ristori sono pochissimi», ma anche alla Regione Marche alla quale chiede di «essere vicina ad una città che vedeva in media ogni anno, 1 milione e mezzo – 1 milione e 800 mila presenze ed arrivi di pellegrini e turisti e che oggi ha zero presenza».

Francesca Carli, assessore alle Attività Produttive e Commercio

La richiesta del primo cittadino alla Regione è quella di «creare le condizioni, con dei fondi appositi, per potenziare il nostro sistema economico commerciale che ha il Pil più basso di tutta le Marche».

«Siamo una città il cui commercio è strettamente legato al turismo religioso – afferma Francesca Carli, assessore alle Attività Produttive e Commercio del Comune di Loreto -, per questo i luoghi di culto andrebbero attenzionati con delle misure specifiche, perché i commercianti stanno risentendo fortemente della situazione: molte attività sono chiuse e tante faranno fatica a ripartire se non ci saranno ristori dedicati».

Giovanni Tanfani, assessore al Bilancio e produttore di articoli religiosi

«Dall’anno scorso abbiamo avuto un crollo di fatturato pari al 52% e quest’anno purtroppo prevediamo un meno 70-80%» spiega Giovanni Tanfani, assessore al Bilancio e titolare di una azienda che produce articoli religiosi.

Cinzia Ragaini, commerciante di articoli religiosi, spiega «siamo chiusi da ottobre, perché zona gialla, arancione o rossa, non fa differenza per le nostre attività. Abbiamo bisogno di aiuti immediati perché sicuramente non arriviamo all’estate: le spese ci sono anche se siamo chiusi e non incassiamo nulla».

Manifestazioni dello stesso tipo stanno interessando anche altre città santuario italiane, fra le quali San Giovanni Rotondo, Pompei, San Gabriele dell’Addolorata, Padova.

Cinzia Ragaini, commerciante di articoli religiosi

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