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Le Marche nel mondo grazie alle sue imprese

Sono stati 190 i Paesi dove nel 2016 sono “sbarcati” gli imprenditori marchigiani per vendere i loro prodotti. Un viaggio nei cinque continenti che conferma la competitività delle produzioni marchigiane

ANCONA – Sono stati 190 i Paesi dove lo scorso anno sono “sbarcati” gli imprenditori marchigiani per vendere le loro merci. Dai prodotti della meccanica in Germania alle calzature in Groenlandia ed ai trattori agricoli in nuova Caledonia fino ai mobili ed agli elettrodomestici in Mongolia. Un viaggio nei cinque continenti che conferma la competitività delle produzioni manifatturiere marchigiane. Lo scorso anno le imprese marchigiane hanno esportato per 12 miliardi di euro, dei quali 11,8 miliardi di prodotti manifatturieri (il 6% in più dell’export manifatturiero del 2015, ben  superiore al dato nazionale, che è stato del +1,2 per cento).

Ad affermarlo il Centro Studi di Cna Marche e l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche, che hanno realizzato uno studio sull’export marchigiano elaborando  i dati Istat per la nostra regione.

Il mercato di riferimento delle imprese marchigiane rimane quello dell’Unione Europea dove lo scorso anno sono state vendute merci per 7,2 miliardi di euro, pari al 61,2 per cento di tutto l’export regionale. In vetta alla lista dei Paesi che importano prodotti dalle Marche continua ad esserci la Germania seguita dal Belgio, caratterizzato dagli scambi legati all’attività di una multinazionale farmaceutica. Subito dopo la Francia, gli Stati Uniti e il Regno unito, che però ha registrato un calo dell’export marchigiano del 7 per cento. In diminuzione anche l’export verso la Russia (scontiamo ancora gli effetti delle sanzioni) e verso l’Arabia Saudita (-13,7 per cento).

Sul mercato tedesco, in particolare, il 2016 vede prevalere l’export marchigiano della meccanica con 489 milioni di euro in crescita del +3,0% rispetto al 2015, a conferma della particolare competitività delle nostre produzioni sui mercati più esigenti del mondo.

«Tra i principali clienti delle produzioni marchigiane – sostengono i presidenti di Cna Marche Gino Sabatini e di Confartigianato Marche Valdimiro Belvederesi  – non ci sono i Paesi in via di sviluppo, le economie emergenti, i Paesi pieni di liquidità grazie non alla loro vitalità economica ma ai giacimenti di materie prime. Ci sono le principali economie industrializzate, quelle più competitive al mondo, le più esigenti in materia di tecnologie e sicurezza. In questo senso, l’economia marchigiana appare molto più legata alla parte più avanzata dell’economia mondiale».

Il settore che pesa maggiormente nell’export marchigiano è ancora quello della moda, sebbene in calo rispetto al 2015. Lo scorso anno le imprese delle Marche hanno esportato prodotti di abbigliamento, tessile e calzature per 2,5 miliardi di euro (-5,6 per cento). In crescita il peso della meccanica dei veni strumentali (macchinari e impianti) con 1,9 miliardi di euro (+4,1) e degli articoli farmaceutici (1,9 miliardi di euro). Oltre il miliardo di euro anche l’export di prodotti metalliferi (1,1 mld)  e di apparecchi elettrici (1,2 mld).

«Sono 6.800 le imprese esportatrici che portano le Marche nel mondo, pari al 34,9 per cento delle 19.458 aziende manifatturiere della regione ma – precisano Belvederesi e Sabatini  – ci sono almeno altre 2  mila piccole e medie imprese che avrebbero le potenzialità per sbarcare sui mercati esteri se adeguatamente assistite con finanziamenti per l’internazionalizzazione e con sostegni per la partecipazione a fiere e manifestazioni internazionali».

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