Ancona-Osimo

Le cause del crollo del ponte in A14

Le indagini degli inquirenti dovranno far luce sui perché dell'improvviso cedimento del ponte 167 tra san Rocchetto di Castelfidardo e Camerano. Le indagini si concentrano anche sulla catena degli appalti e sul tempo intercorso tra il sollevamento del ponte e la tragedia

Il crollo del cavalcavia in A14

ANCONA- Che cosa ha provocato il crollo del ponte 167 sull’A14 tra San Rocchetto di Castelfidardo e Camerano? Ad un giorno dalla tragedia costata la vita ai coniugi Emidio Diomede e Antonella Viviani, sembra certo che ad essere andata in crisi sia stata la struttura d’insieme dei sostegni provvisori del ponte e proprio su questo si concentrano le indagini. Che cosa è andato storto nei lavori di sollevamento del cavalcavia? Errore umano oppure hanno ceduto i martinetti posizionati per innalzare la struttura? Sono numerosi gli interrogativi a cui gli inquirenti, coordinati dalla Pm Irene Bilotta, devono dare risposte. L’Ing. Luigino Dezi dell’Univpm è stato incaricato dal pm per la perizia tecnica sul cavalcavia crollato. Avrà due mesi di tempo per chiarire quanto accaduto e fare la sua perizia.

Abbiamo chiesto ad un esperto di aiutarci a capire che cosa possa aver provocato il crollo del cavalcavia. «Il perché è ancora da capire. Dalle foto che ho visto, mi sembra che l’impalcato del ponte non abbia avuto problemi così come le travi. Il ponte è collassato rimanendo integro. Per sollevare i ponti si utilizzano i martinetti da mettere in punti predisposti e, da quanto appreso dalla stampa, la struttura era sollevata da un paio d’ore. Il punto dove appoggiava il martinetto potrebbe non essere stato adeguato per sostenere il peso del ponte, oppure potrebbe essere collassato il martinetto stesso» ipotizza il prof. Fabrizio Gara, docente di Tecnica delle Costruzioni dell’Univpm.

In base alle testimonianze degli automobilisti che hanno assistito alla tragedia, sembra che il ponte si sia inclinato prima da un lato per poi cadere sull’autostrada. «Stiamo raccogliendo tutti gli elementi necessari, i documenti relativi alla gara d’appalto, alla progettazione, alle procedure. Stiamo anche ascoltando il personale impegnato nei lavoro e i testimoni» afferma Alessio Cesareo, dirigente Polizia Stradale delle Marche. Le indagini degli inquirenti si concentrano anche sulla catena degli appalti. Nel cantiere del ponte crollato sull’A14 lavoravano almeno due ditte, oltre alla Delabech srl di Roma, che stava lavorando in subappalto per conto della Pavimental, società controllata di Autostrade, c’era anche il Gruppo Nori srl di Castelnuovo di Porto (Roma). Per quanto riguarda gli operai sembra che al lavoro ci fossero due squadre. Resta ancora da capire il .  Il fascicolo della Procura è per il momento contro ignoti. L’ipotesi di reato resta omicidio colposo plurimo.

Saranno dimessi in serata i due operai rumeni rimasti feriti dal crollo del ponte e ricoverati all’ospedale di Torrette. Il cinquantasettenne ha riportato un trauma commotivo e una contusione alla spalla sinistra; per lui 10 giorni di prognosi. Il quarantasettenne invece, ha una prognosi di 30 giorni per i postumi di una frattura pluriframmentaria alla falange prossimale del terzo dito della mano sinistra, e fratture della terza, quarta e quinta costola a sinistra. Il terzo operaio coinvolto nell’incidente è stato portato ad Osimo. Ha riportato piccole contusioni. Disposta l’autopsia sui corpi delle due vittime.

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