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La disturbatrice seriale con un cuore Gold

Gigliola Marinelli ha saputo mettersi in discussione, lanciandosi a capo fitto in ogni sua attività di successo. Secondo la "bionda" più amata di Fabriano occorre saper guardare al futuro, tenendo ben presente le radici

Gigliola Marinelli al lavoro per Radio Gold

FABRIANO – Gigliola Marinelli, self made woman fabrianese, da cinque anni orgogliosamente direttore dell’emittente cittadina Radio Gold Fabriano, giornalista, conduttore e speaker radiofonico, ma soprattutto ama definirsi “disturbatrice seriale” , una voce libera ed indipendente spesso scomoda ma sicuramente verace ed appassionata.

Gigliola Marinelli

Gigliola, ci dica le tre donne che sono un esempio per lei?
«Senza dubbio mia nonna paterna Tilde Monteverde è stata una mia prima fonte di ispirazione. Non ho avuto l’onore di conoscere questa grande donna ma ho letto molto i suoi scritti, una maestra elementare negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale. Una figura poliedrica ed affascinata dalla letteratura, dall’arte e divoratrice di libri. Il suo spirito ha sempre aleggiato in casa nostra, mio padre mi definiva sua erede soprattutto per il mio continuo desiderio di conoscere e studiare. Altra donna per cui ho nutrito profondo rispetto è stata la professoressa Nedda Spotti, musicista e mia insegnante di pianoforte. È stata una gioia apprendere che il Ridotto del nostro Teatro Gentile sia stato intitolato a lei come “ Sala Nedda Spotti”, un riconoscimento per chi tanto ha dato alla musica fabrianese e a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di essere suoi allievi. Volando poi verso orizzonti più lontani, ma che hanno contribuito moltissimo alla mia formazione, non posso non citare lei, la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il mio primo libro ricevuto in dono per Natale da mio padre è stato “Un uomo”, non aggiungo altro».

L’essere donna a Fabriano e in Italia, è facile o complicato?
«Essere donna a Fabriano o nel resto del mondo, non cambia molto. Fabriano è il mio nido, la mia città, il mio tutto. Non si può non amare la propria città che nel bene o nel male ti ha visto crescere e trasformarti in ciò che sei oggi. A volte la nostra “conca dorata” l’ho vissuta come un limite, altre volte come un grande dono. Essere donna significa avere la capacità di plasmarsi nella realtà che ci circonda, sia questa una dimensione di provincia o in maniera più estesa ovunque si abbia l’occasione di “essere”, donna o uomo che sia».

In che occasione si è sentita discriminata nel suo ambito?
«Sono stata sempre una donna sicura e a tratti anche con connotati molto “maschili”. Non ho mai subito alcun tipo di discriminazione, in particolar modo nel mio ambito professionale, forse perché ho sempre privilegiato un approccio collaborativo e mai prevaricatore. Sicuramente all’inizio del mio percorso alcuni pensavano che questa “bionda”cercasse solo notorietà o una passerella, come va di moda dire oggi. Con il tempo credo di aver dimostrato di voler fare e anche di saper fare, non tutto, ma diverse cose. Ai posteri l’ardua sentenza!».

Esiste la solidarietà fra le donne? È vero che il peggior nemico delle donne sono le donne?
«Adoro relazionarmi con le donne, non ho mai vissuto la competizione, anzi, credo di avere sempre avuto con le donne un rapporto schietto e sincero. Sono molto seguita dalle donne anche nel mio lavoro, alcune radioascoltatrici sono diventate anche mie amiche nella vita. Le donne sono forti e sanno fare squadra, molto più degli uomini a mio parere. Pertanto non vedo nelle donne un nemico da combattere ma piuttosto uno spunto motivazionale e di confronto».

Un messaggio alle donne del futuro?
«La donna del futuro non deve mai dimenticare gli insegnamenti delle grandi donne del passato. In un mondo invaso dalla tecnologia, dai social, dalla comunicazione veloce un invito anche a fermarsi ogni tanto. Correndo sempre si rischia poi di non arrivare mai da nessuna parte».

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