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Sicurezza, la campagna elettorale entra nel vivo

Il comitato politico Jesi in Comune risponde al sindaco Bacci: «Spostare il problema, renderlo invisibile non significa risolverlo»

JESI – Il disagio sociale è un problema che non risolveremo mai con la sola repressione e con la demagogia di sindaci-sceriffi. Ha le idee chiare il comitato politico Jesi in Comune che risponde al sindaco Massimo Bacci, il quale ha detto di attendere «qualche margine in più per i Comuni» nel settore sicurezza dall’ultimo decreto legge di febbraio scorso.

Il testo normativo cui si riferisce – spiega il comitato che sostiene la candidatura di Samuele Animali – è uno dei due decreti legge Minniti – Orlando, in fase di conversione. «Il provvedimento sul decoro urbano – si legge in una nota – altro non è se non la riproposizione del decreto Maroni del 2008: prevede la soluzione sbagliata ad un problema che non esiste, che insiste su clochard, tossicodipendenti, rom, rovistatori, con una decretazione d’urgenza, introducendo in sostanza una sorta di daspo urbano (mutuato dalla questione stadi) che assegna al sindaco, per ripulire il centro storico delle città, il potere di allontanare chiunque – non occorre che abbia commesso reati o sia indagato – venga considerato “indecoroso”, anche solo per la sua presenza, come un senza tetto che per mangiare prova a rovistare tra i rifiuti degli altri, che, evidentemente urta le sensibilità (ma non certo le coscienze) di qualcuno».

Jesi in Comune sottolinea come l’indice di criminalità dei reati non sia in aumento (vedi anche https://www.centropagina.it/ancona-reati-in-calo/) ma nonostante ciò si senta la necessità di un decreto sicurezza che «come tutti i manifesti propagandistici, è completamente avulso dall’evidenza empirica, che mira a rispondere alla percezione ed alla paura, piuttosto che alla realtà».

Un provvedimento che secondo Jesi in Comune, non distingue tra comportamenti illegittimi e forme di disagio sociale «che sceglie la via facile della guerra ai poveri, invece che la più complessa e necessaria lotta alla povertà, che alla fine, nottetempo, è stato anche epurato dell’emendamento che prevedeva il codice identificativo di reparto per le forze dell’ordine (troppo trasparente forse). Se l’obiettivo del governo (con la complice astensione del M5S) è lasciare fuori chi non ce la fa, per noi di Jesi in Comune “Nessuno è escluso”. Il Sindaco che vogliamo è pronto a disobbedire, perché spostare il problema, renderlo invisibile non significa risolverlo».

È di ieri la notizia che i reati sono diminuiti del 14% nella provincia di Ancona. Trend positivo anche per i primi mesi del 2017. Dati emersi nel corso della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. All’incontro, tenuto in Prefettura e presieduto dal Prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, hanno partecipato i vertici delle Forze di Polizia, i Dirigenti della Polizia Ferroviaria e Stradale, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, rappresentanti della Capitaneria di Porto, dell’Autorità di sistema portuale, la presidente della Provincia e l’Assessore alla sicurezza del comune di Ancona.

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