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Jesi, potenziata l’Usca per l’assistenza domiciliare ma cresce il numero dei casi Covid

Due dottori in più per il servizio assistenziale di chi è in isolamento domiciliare in città e in Vallesina. Il plauso dell'assessore Quaglieri e del coordinatore Ceci, che elogia il lavoro dei suo medici, indispensabili a evitare nuovi ricoveri

L'assessore Quaglieri in visita alle Usca

JESI – Due unità in più per l’Usca-Unità speciale di continuità assistenziale, che sta avendo un ruolo determinante nell’assistenza domiciliare ai malati Covid. Ma a fronte dell’aumento della forza, c’è l’incremento esponenziale dei malati. L’assessore alla sanità del Comune di Jesi Marialuisa Quaglieri e il coordinatore dei medici di medicina generale dottor Guglielmo Cherubini hanno fatto visita questa mattina al personale Usca impegnato nella cura dei malati Covid in isolamento domiciliare a Jesi e in Vallesina, per sincerarsi su come stia procedendo la loro attività in questa fase di forte criticità.

Malgrado sia stata positivamente accolta la richiesta che il Comune di Jesi aveva sollecitato all’Asur e alla Regione Marche di avere un potenziamento del personale – con la recente assegnazione di due nuove unità -, è del tutto evidente che la crescita esponenziale dei contagiati ha messo a dura prova la preziosissima attività di questi medici, che intervengono direttamente casa per casa a portare le cure necessarie ai pazienti con le più svariate sintomatologie legate al virus. Basti pensare che solo questa mattina erano stati assegnati 20 nuovi casi, portando a oltre 50 il numero di pazienti assistiti giornalmente.

Al direttore del distretto di Jesi, Corrado Ceci e alla coordinatrice dei medici Usca Giulia Leoni, l’assessore Quaglieri ha espresso la gratitudine dell’amministrazione comunale per l’importante servizio svolto, assicurando l’impegno ad attivarsi qualora fossero necessarie altre sollecitazioni alle autorità preposte.

«Sono giovanissimi medici davvero straordinari – dice l’assessore Quaglieri – che cominciano a lavorare alle 8 di mattina e terminano a notte fonda pur di non lasciare indietro nessuno. Il potenziamento del servizio con due nuove unità è un segnale importante. Ci auguriamo di non doverci trovare nelle condizioni di chiederne altre, perché significa che la curva di contagio sta rallentando, come tutti auspichiamo. Ad ogni modo manteniamo alta l’attenzione, pronti a recepire le istanze che dovessero venire dagli operatori sanitari per garantire la migliore assistenza alla popolazione».

Il coordinatore delle Usca Corrado Ceci


«Abbiamo aumentato un medico in più al mattino e uno al pomeriggio che si aggiungono agli otto medici che sono già in servizio, suddivisi in due squadre – spiega Corrado Ceci -. C’è un lavoro incredibile per impedire le ospedalizzazioni e i ricoveri, altrimenti gli ospedali collasserebbero. Con una media di 15-20 attivazioni al giorno siamo messi a dura prova. Ho anche dedicato un medico solo per seguire le case di riposo della Vallesina, dove per fortuna adesso la situazione è sotto controllo. La previsione? Gli esperti epidemiologici parlano di fase massima del picco del virus che dovremmo toccare nei prossimi giorni, per poi assistere a fine mese a un decremento dei contagi, merito anche dei vaccini e del lockdown».  

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