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Jesi, lasciati senza corrente per oltre sette ore: disagi e polemiche in centro

Commercianti sul piede di guerra per la prolungata interruzione di corrente che ha costretto molte attività a chiudere e altre ad andare incontro a disagi e danni. Ecco cosa ci hanno detto

Le colonnine per le auto elettriche che saranno installate in viale della Vittoria

JESI – Un’interruzione di corrente di sette ore e mezzo, nel pieno di una mattinata di lavoro in una giornata prefestiva, crea disagi ai commercianti e artigiani, destando un vespaio di polemiche. Il disservizio era stato reso noto alcuni giorni fa tramite i volantini distribuiti in centro a Jesi, nel fazzoletto compreso tra via Nazario Sauro, via Mercantini, viale della Vittoria, via Mura Occidentali, via Cavour, vicolo Fiorenzuola, Arco del Magistrato, via Saffi e via Farri, piazza Indipendenza. Interessate abitazioni private e una quindicina di attività commerciali.

L’interruzione di corrente era stata necessaria da lavori di sistemazione delle colonnine per l’erogazione dell’energia per le auto elettriche installate lungo viale della Vittoria. Ma sebbene annunciato, il disservizio ha destato non poche polemiche.

Alberto Freddo titolare della tabaccheria Il Quadrifoglio

«Ma non potevano scegliere una domenica o un altro orario? È assurdo e inopportuno che vadano a fare lavori programmati in una giornata prefestiva – spiega Alberto Freddo, titolare della Tabaccheria Il Quadrifoglio di via Cavour -: abbiamo perso l’incasso di mezza giornata perché siamo stati senza corrente dalle 7 alle 14,30 con perdite di incassi per i servizi che non abbiamo potuto erogare: trasferimenti di denaro all’estero, ricariche di Postepay, bollettini, grattini, giochi, ricariche telefoniche… Già non è un gran momento, tra crisi, limitazioni dovute ai Dpcm, se poi ci si mettono anche questi disagi è un problema: essendo lavori programmati non straordinari non potevano scegliere un altro momento? È assurdo. Abbiamo dovuto aprire alle 16, perdendo tutta la clientela della mattina. È un’interruzione di corrente troppo lunga, poi oggi (martedì) per noi è come un sabato essendo la vigilia dell’Epifania, ci sono anche le estrazioni delle lotterie e del Lotto».

I residenti della zona (anche anziani) sono rimasti al freddo e al buio, disagi anche alla filiale della Banca Popolare di Ancona di corso Matteotti che non potendo contare sui computer e su Internet ha dovuto dirottare i clienti altrove o farli tornare nei giorni successivi.
E c’è stato perfino chi, temendo disagi, si è attrezzato con dei piccoli generatori in affitto per limitare i danni, come la Pasta Fresca Urbani (via Nazario Sauro) e all’Antico Forno da Zoppi (via Muta Occidentali). Proprio al forno, oltre ai congelatori scongelati e la merce fresca da buttare, hanno dovuto mandare a casa metà del personale: ferie imposte in pratica. «Abbiamo dovuto lavorare per tutta la mattina al freddo e al buio – dice arrabbiata la titolare Paola Zoppi –; per limitare i danni ho noleggiato un generatore di corrente che però ha coperto solo la funzionalità del ricevitore di cassa e della bilancia elettronica. Per il resto solo tanti disagi. Si è lavorato al minimo del personale, sono stata costretta a mandare in ferie metà dei dipendenti perché abbiamo personale che lavora ai forni elettrici e ai macchinari, se quelli sono spenti… E non solo la gente vedendo il negozio al buio tirava dritto, ma si sono scongelati i congelatori con prodotti freschi che si sono rovinati e abbiamo dovuto buttarli (soprattutto i lieviti e le creme per le farciture). Un danno importante per noi: il 40% dei prodotti freschi buttati e i mancati incassi di una mattinata prefestiva, se dovessi fare una stima direi un danno che si aggira sui 2000 euro. Una settimana fa ho anche scritto una pec alla ditta ma non ho avuto alcuna risposta chi ci risarcirà? In questa zona – conclude Paola Zoppi – siamo tutti artigiani, già il momento è difficile così, se ci impediscono di lavorare nei prefestivi si creano problemi gravi».

Gianluca Cartuccia titolare de “La Caciotta”

Dello stesso avviso anche la vicina “Caciotta”. «Quando ci hanno consegnato l’avviso ho fatto presente che ci sarebbero stati problemi e che avremmo protestato – aggiunge il titolare Gianluca Cartuccia –, ma ci hanno detto che l’azienda si è tutelata con quell’avviso preventivo al distacco della corrente. Ma non è giusto, non basta avvisare per mettersi al riparo da proteste. Già tutto il periodo è quello che è, si lavora poco. Se poi in una giornata prefestiva che si potrebbe incassare qualcosa ci mettono in questa condizione, non va proprio. Fortunatamente è stata una giornata fredda, per cui i formaggi non si sono rovinati. Solo le ricotte, il prodotto più fresco, era da buttare. Siamo stati al freddo e al buio, con gravi disagi dei mancati incassi di una mattinata in cui si poteva lavorare. Ma non era possibile, come per i lavori in autostrada, posticipare a una domenica o farli in altro orario? Magari spezzando in due momenti da 3 ore, così ci ha provocato tantissimi problemi».

I commercianti, anche quelli che si sono fatti rappresentare dai colleghi nella protesta, hanno ventilato l’ipotesi di azioni risarcitorie nei confronti dell’azienda.

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