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Virginia Woolf e le altre. Lo sguardo delle donne sulla violenza con Nadia Fusini

La docente di Letteratura Inglese alla Scuola Normale di Pisa oggi, 24 marzo, all'istituto Galilei di Jesi per parlare a studenti e insegnanti. Un seminario che fa parte del progetto "Frammenti dal Novecento". Il prossimo incontro è il 21 aprile con Giovanni De Luna, ordinario di Storia Contemporanea all'Università di Torino

JESI – Il 20 aprile del 1935 Virginia Woolf scriveva sul proprio diario che il mondo era sull’orlo della guerra. E il fantasma di una violenza inaudita stava per piombare sul vecchio continente. Da qui, da intellettuale, non sta ferma, ma cerca di capire e di attraversare i fatti, oltre i luoghi comuni. Parte da questa storia la relazione di Nadia Fusini, docente di letteratura Inglese alla Scuola Normale Superiore di Pisa, sul tema “Il pensiero delle donne contro la violenza”, che si è svolta oggi, 24 marzo, all’istituto Galilei di Jesi.

Ad aprire il seminario di formazione, per studenti e insegnanti, il preside Floriano Tittarelli e l’assessore alla Cultura di Jesi, Luca Butini. «Un’occasione, questa – spiega Butini – che testimonia ancora una volta la vitalità di questa scuola e la sensibiltà verso un tema la cui attenzione non si deve fermare solo ai giorni canonici di celebrazione. Anzi. C’è ancora molto da capire e da fare soprattutto per quanto riguarda gli uomini e il loro modo di agire». E sul rapporto tra uomini e donne è proseguita proprio la riflessione di Nadia Fusini a partire da alcune donne del Novecento: Virginia Woolf, Simone Weil, Rachel Bespaloff, Hannah Arendt, «Donne che sono scese come palombare nelle tenebre del male assoluto, affrontando nel pensiero l’abisso della violenza smisurata che segnò il cuore dei loro anni. Hitler e l’hitlerismo ponevano questioni alla mente, al cuore e alla carne, che queste donne seppero sostenere. Seppero cioè, nel loro pensiero e nella loro esistenza, rispondere di contraddizioni strazianti, che mettevano il pensiero di fronte all’impensabile. Perché donne? Lo seppero fare, intendo dire, proprio perché donne? Risponderei di sì, e non per orgoglio femminista».

L’incontro, a cui hanno partecipato un centinaio di persone, fa parte della rassegna “Frammenti dal Novecento”, promosso dall’istituto jesino ormai da alcuni anni. Dieci gli appuntamenti in programma fino ad aprile. «Il progetto nasce dall’idea di approfondire la conoscenza di questo periodo storico, per coglierne gli esiti nella contemporaneità – dice la coordinatrice Maria Cristina Casoni -. La complessità del mondo attuale rivolge alla scuola domande rispetto alle quali il percorso proposto non intende dare certezze, ma offrire spunti di riflessioni. Fragilità, paralisi, totalitarismi. Situazioni che possono offrire occasioni di rinascita se si ha il coraggio di attraversare la paura e mutarla in stupore, prima, in meraviglia poi».

Il prossimo incontro è fissato per il 21 aprile (ore 15). Sarà ospite Giovanni De Luna, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Torino, con una relazione dal titolo “La Repubblica inquieta. L’Italia del 1946”. Per info

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