Attualità

“Jesi in progress”

Al teatro Pergolesi di Jesi è stato presentato ieri sera il piano di sviluppo di area vasta elaborato da Nomisma, nell'ambito di Buonasera Marche Show

Il sindaco Massimo Bacci con il giornalista Maurizio Socci

JESI – «Questo è un incontro importante. Spero possa essere prolifico, fornendoci gli strumenti per migliorare questa nostra città, la cui bellezza, riconosciuta da tutti, è indiscutibile. Un caro saluto ai miei concittadini». Roberto Mancini, ex calciatore e ora allenatore, figlio del quartiere Prato, si è affidato a un video messaggio per dare il benvenuto alle oltre 600 persone che, ieri sera, hanno preso parte a Buonasera Marche Show, format itinerante condotto dal giornalista Maurizio Socci, andato in scena al teatro Pergolesi. Uno spettacolo in cui si è illustrato il progetto “Jesi in Progress”, ovvero il Piano di Sviluppo di area vasta del territorio, costruito nello stesso modo con cui la Regione Marche si è dotata di strumenti europei di tipo ITI (Investimento Territoriale Integrato) che consentono di elaborare la propria strategia integrata partendo da un’analisi di contesto strutturata, e dalla definizione di una visione strategica cui collegare una serie concreta di azioni prioritarie e ad alto impatto.

Sul palco sono saliti, fra gli altri, i creatori di start-up innovative del territorio, il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, i vertici dell’Azienda Pubblica Servizi alla Persona e di altre importanti associazioni locali. E ancora, Corrado Mariotti il presidente della Banca Popolare di Ancona in procinto di essere inglobata dal gruppo Ubi, Roberta Fileni dell’omonima azienda avicola, il settore giovanile della Taurus basket. E ovviamente il sindaco Massimo Bacci: «È stato presentato ieri, in un teatro Pergolesi gremito, il Piano di Sviluppo di Area Vasta chiamato “Jesi in Progress”. È uno strumento che suggerisce su quali sfide la nostra città e la Vallesina debbono investire per il futuro – ha spiegato il Primo Cittadino -. Lo ha elaborato Nomisma, primario centro di studi economici, dopo centinaia di interviste a rappresentanti di istituzioni, imprese e mondo produttivo, ricerca e scuola, associazionismo sociale, culturale e sportivo, mondo giovanile, migranti. Prevede una città che valorizzi il saper fare, declinato su nuove imprese di servizi ad alto valore aggiunto, una città che accanto alle infrastrutture tradizionali (interporto, aeroporto, porto) costruisca una infrastruttura sociale che ripensi la dimensione comunitaria, socio-sanitaria e di servizi al benessere, una città capace di colmare il gap turistico, attrarre creativi e artisti o nuove industrie creative, valorizzare i flussi sportivi e individuare nuove destinazioni culturali-ambientali di area vasta. In sintesi una Jesi che da piccola Milano delle Marche sappia trasformarsi in “piccola Torino” delle Marche. Una Jesi “Young”, giovane. Una Jesi che unisca comunità, coesione, cooperazione. Obiettivi ambiziosi, tradotti in azioni concrete da realizzare subito (da lunedì saranno pubblicate sul sito della rete civica comunale). Sfide difficili ma coinvolgenti e produttive. Insomma, le sfide che ci piacciono. È un percorso non calato dall’alto, ma costruito da centinaia di persone. È un percorso studiato non per questa o quella parte politica, ma per la città. La nostra Jesi e l’intera Vallesina».

L’intero percorso partecipato, dalle interviste a singoli portatori di interesse alle opinioni espresse dai cittadini attraverso la consultazione pubblica, ha messo in luce quanto a Jesi siano forti tre elementi identitari imprescindibili. Innanzitutto la distintività culturale, che si manifesta non solo attraverso la presenza e l’attivismo della Fondazione Pergolesi-Spontini, ma proprio dall’orgoglio dei cittadini di sentirsi portatori, diffusori e fruitori di cultura in senso lato. La seconda identità forte è legata al tessuto produttivo e alla percezione di essere una “piccola Milano”, una realtà cioè fortemente votata alla produzione e all’industria, con una forte etica del lavoro, della creazione, della dimensione artigiana. Infine, lo sport rimane un forte collante sociale. Non solo per il tramite dei grandi successi olimpici della scherma, che hanno reso Jesi la città più medagliata al mondo, ma anche per una forte e diffusa “cultura dello sport” che risulta in un numero di praticanti sportivi tra i più elevati del Paese.

Le interviste al campione di persone residenti a Jesi restituiscono un quadro della città che viene percepita principalmente per il suo impegno nello sport e per l’offerta di tipo enogastronomico, identificandola pertanto nella sfera riconducibile al tempo libero. Un altro aspetto che viene sottolineato è quello riguardante la cultura: così come è stato già enunciato, emerge un’immagine di Jesi come luogo in cui recarsi per visitare mostre, oppure per frequentare il Teatro Pergolesi, o anche manifestazioni ed eventi di tipo popolare. L’offerta formativa del sistema scolastico viene riconosciuta per la sua qualità ed efficienza. Tra gli aspetti meno soddisfacenti del territorio jesino si pone l’accento in particolare sulle infrastrutture e sulla viabilità stradale, considerati insufficienti per un maggiore sviluppo di tutta l’area.

La piacevole serata si è conclusa con l’esibizione dell’orchestra “Federico II”, diretta dal maestro Marco Santini.

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