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Jesi, il dono di Avis alla Caritas, «consorella in prima linea»

Quaglieri: «Il messaggio è importante: una associazione in sostegno ad un’altra. Il senso vero di una “rete” che non deve tamponare esigenze ma costruire percorsi di dignità»

Da sinistra Marco D'Aurizio, Marialuisa Quaglieri e Bruno Dottori

JESI – «Il messaggio è importante: una associazione che dona ad un’altra associazione, che sta in prima linea. Il senso vero di una “rete” che non deve tamponare esigenze ma costruire percorsi di dignità». Così l’assessora ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri “benedice” l’abbraccio dell’Avis di Jesi alla Caritas diocesana.

L’associazione dei donatori di sangue ha donato alla Caritas di viale Papa Giovanni XXIII mille e cinquecento euro. «Parte – spiega il presidente Avis Bruno Dottori – di quanto destinavamo ai pacchi dono per gli associati in occasione delle Feste, per le premiazioni della mostra dei disegni dei bambini dedicati all’Avis che quest’anno, causa pandemia, non si è naturalmente potuta tenere. Anche se di disegni, e ringraziamo tutti, ne sono arrivati comunque tanti. Ci fa piacere aiutare così una nostra “consorella”. Così come è un vanto la collaborazione che si è instaurata all’interno del mondo dell’associazionismo cittadino e nel Coordinamento che esprime».

Da sinistra Marco D’Aurizio, Marialuisa Quaglieri e Bruno Dottori

Ricorda il direttore Caritas Marco D’Aurizio: «Gli ultimi, in questa emergenza, sono diventati ancora più ultimi. L’obiettivo è aiutarli a recuperare una autonomia. Stare vicino alle persone, dare loro del tempo, è più complesso è difficile in una fase in cui la fatica del vivere, senza più possibilità di socializzare, si è fatta ancora più grande».

Restano una ottantina le famiglie aiutate dall’Emporio Solidale. «Rispetto ad un inizio pandemia in cui eravamo impreparati – ricorda D’Aurizio -: oggi siamo più pronti, operiamo e lavoriamo anche fra di noi con maggior tranquillità».

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