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Jesi: ciak per il Concertino Burro e Salvia nel film di Marco Risi “Il punto di rugiada” in uscita al cinema

La pellicola, prodotta da Fandango e Rai Cinema, sarà in distribuzione nelle sale dal 18 gennaio. Il Concertino interpreta se stesso

JESI – Il 18 gennaio esce nelle sale italiane il film del regista Marco Risi “Il Punto di rugiada”, una produzione Fandango e Rai Cinema. Nella pellicola, girata nella primavera del 2022 in una splendida dimora storica a Frascati, compare anche il Concertino Burro e Salvia. La band jesina – che ha fatto della rivisitazione del repertorio italiano del belcanto dal 1920 al 1950 la carta vincente di un progetto musicale inedito e originalissimo – interpreta sé stessa. Una grande occasione per Mauro Gozzi (capo concertino-chitarra), Michele Bramucci (voce-batteria), Franco Corinaldesi (tenore), David Mazzoni (tenore), Marco Tarantelli (contrabbasso), Luigino Pallotta (fisarmonica) e l’iconico maestro Giuliano Pietroni (mandolino) che dal 2000 di strada ne hanno fatta davvero tanta, esibendosi in Italia e all’estero, nelle piazze e nei teatri, nelle feste private e matrimoni, fino ai compleanni vip (come quello del sottosegretario Vittorio Sgarbi). Li abbiamo incontrati per capire l’emozione di partecipare a questo progetto cinematografico.
Come è nato l’incontro col regista Marco Risi?
«Lo dobbiamo a uno dei suoi collaboratori/sceneggiatori storici, Riccardo De Torrebruna che per caso, 12 anni fa, vide un nostro spettacolo a Polverigi e ci invitò a suonare a una bella festa privata. Sembrava finita lì, invece una mattina del gennaio del 2022 scorso anno sono stato contattato dalla segreteria della Fandango: era richiesta la nostra presenza per la nuova opera di Marco Risi», spiega Michele Bramucci.
Nel film interpretate voi stessi?
«Ebbene sì, siamo l’orchestra ufficiale di Villa Bianca».
Quali canzoni suonate?
«Dai classici del nostro repertorio come “Pippo non lo sa” e “Un bacio a mezzanotte” (tra l’altro cantata proprio insieme a Maurizio Micheli nel film) a “Saint Tropez twist” oppure “E la chiamano estate” che escono dal nostro mondo musicale. Quest’ultima in particolare ci è stata chiesta dal regista, era una delle canzoni preferite di suo padre Dino».
Le canzoni le avete scelte voi?
«La scelta dei brani e del sound è stata fatta vis-à-vis con Risi. Poi abbiamo anche assecondato le richieste canzonettistiche soprattutto di Maurizio Micheli. Ben prima di muoverci alla volta del set, abbiamo potuto realizzare le registrazioni audio rimanendo nella Vallesina grazie al Pink House Studio di Francesco Sardella».


E sul set? E’ il vostro primo ciak nazionale…

«Infatti per noi è stata un’emozione grandissima oltre che un vero onore partecipare alle riprese, che sono state girate nella primavera del 2022 a Villa Grazioli, nei pressi di Frascati, una location ricca di storia e bellezza».
Che storia è “Il Punto di rugiada”?

«La storia si svolge prevalentemente all’interno di una lussuosa casa di riposo dove vengono organizzate anche grandi feste musicali. Il protagonista, Carlo (interpretato da Alessandro Fella), un giovane rampollo di una famiglia borghese viziato e sregolato, una notte provoca da ubriaco un grave incidente d’auto, per il quale è condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. Insieme a lui a Villa Bianca arriva anche Manuel (Roberto Gudese), un giovane spacciatore colto in flagrante. Luisa (Lucia Rossi), infermiera che lavora da anni nella struttura, guiderà i due ragazzi in un mondo senza età, nel quale la condivisione, il conforto e l’accoglienza cambieranno per sempre il loro sguardo sul mondo e sulla vita. In questo purgatorio fatto di lavori socialmente utili il protagonista conoscerà il “salto quantico” determinante per la sua crescita personale. L’incontro/scontro tra generazioni, a volte anche molto aspro, è indubbiamente uno dei leitmotiv, ma è il mix perfetto di poesia, nostalgia e sagacia sulla senilità a caratterizzare la pellicola».
Dei giovani attori ma anche dei mostri sacri in scena al vostro fianco…
«Partecipando a più scene abbiamo avuto modo d’interagire con la gran parte del cast; dai protagonisti ai figuranti. Il clima generale è stato sempre sereno e di grande rispetto, indubbiamente per merito soprattutto di Marco Risi. Ho il bel ricordo di una nottata passata con i due giovani attori protagonisti Fella e Gudese, con i quali abbiamo elogiato e degustato dell’ottimo vino toscano. Con i “mostri sacri” De Francovich, Pagni e Blank noi del Concertino ci siamo mossi sempre in punta di piedi, ma tra un cestino volante ed una cena ben servita sono emersi aneddoti appassionanti e inaspettati su Manfredi, Sordi o Mastroianni».

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