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Jesi, anticipo di saldi e vendite promozionali: che confusione con le chiusure!

Commercianti in tilt tra i fatturati crollati, il balletto delle chiusure e dei Dpcm, vendite straordinarie. Abbiamo sentito alcuni pareri in città

JESI- C’è chi può stare aperto anche in zona rossa perché vende intimo e abbigliamento bimbo, chi non può e deve attendere il giallo come al semaforo, chi invece potrebbe in zona arancio ma tiene la serranda abbassata perché è il giorno di riposo settimanale. Che confusione!

Alla vigilia dei saldi invernali, la cui partenza è stata posticipata al 16 gennaio (rispetto al classico 6, giorno dell’Epifania) fino al 15 marzo, i commercianti per riprendersi un po’ dal nefasto 2020 e dalle chiusure pre-natalizie che sono state una mannaia sugli incassi, puntano alle vendite promozionali: non proprio un saldo, ma quasi, con sconti dal 20 al 30%.

Katia Coltorti titolare di “K&S” dentro al centro commerciale La Fornace di Jesi

«Da noi facciamo le vendite promozionali già da novembre – spiega Katia Coltorti del negozio di abbigliamento e accessori “K&S” dentro al centro commerciale La Fornace – siamo stati penalizzati dalle chiusure natalizie del centro commerciale e da questi andamenti incerti. Abbiamo riaperto oggi (lunedì 4 gennaio) ma già stasera ci tocca richiudere, non c’è proprio tempo di capire se la gente ha voglia di spendere o meno, non è facile. Abbiamo dovuto necessariamente allungare la fase dei cambi della merce natalizia, posticipata fino al 15 gennaio per via del lockdown, delle chiusure dei negozi e delle limitazioni negli spostamenti dai comuni. Anche la povera Befana, per cui solitamente un pensierino si faceva gli anni scorsi, è stata costretta a un solo giorno, per cui tanti rinunciano. Per i saldi vedremo, oltretutto molti hanno preso la busta paga dopo Natale. Intanto andiamo avanti con le vendite promozionali che vanno dal 30 al 50% su articoli da regalo e abbigliamento, poi con i saldi contiamo di arrivare anche a scontare la merce del 70%».

Francesca Scarpecci del negozio “Cover” intenta a sistemare la merce sugli scaffali

Niente vendite straordinarie, ma un andamento regolare che gode della fidelizzazione delle tantissime clienti che seguono video e promo sui social accaparrandosi capi, calzature e accessori nell’immediato per il negozio di abbigliamento/accessori/calzature donna “Cover” che proprio poche settimane fa ha doppiato il suo punto vendita in corso Matteotti a Jesi. «Non ho mai fatto vendite promozionali anche perché compro pochi pezzi e poche taglie – confida la titolare Francesca Scarpecci – quel poco che si è potuto lavorare tra chiusure, aperture e limitazioni, si è lavorato. Ho una clientela fidelizzata cui faccio sconti sull’acquisto di più pezzi, ma qui in negozio c’è un ricambio continuo di merce sempre nuova e le mie clienti lo sanno. Ho allungato la possibilità dei cambi dei regali di Natale, era necessario perché non tutti potevano spostarsi prima. I saldi? Beh c’è attesa, come sempre. Andiamo avanti, anche perché non c’è stato un minimo aiuto da parte del Governo su ciò che abbiamo perso con le chiusure di Natale e vi assicuro che tenere chiuso la vigilia di Natale quando solitamente si incassava bene per i ritardatari del regalo, è stata una mazzata».

Alla boutique “Idea Donna” saldi anticipati con le vendite straordinarie.

Stessa fotografia di speranza e di resistenza in questo periodo difficile arriva dalla boutique “Idea Donna” sempre in corso Matteotti. «Stiamo facendo le vendite straordinarie del 20 e 30% – racconta la titolare Patrizia Spaccia – una cosa straordinaria davvero per noi che solitamente non le facciamo. Ma ci siamo dovuti adeguare all’andamento delle chiusure imposte dai Dpcm. Viviamo alla giornata, con queste vendite che sono un piccolo anticipo dei saldi che inizieranno il 16 gennaio. Si è venduto, ma è un tirare avanti, perché è evidente che ci sia stato un crollo del fatturato. Tra le clienti c’è attesa per i saldi, vedremo poi con le aperture e chiusure. Come dico ai miei colleghi, quest’anno non si lavora per guadagnare ma per salvarsi. Speriamo solo che tutto questo finisca presto – conclude – perché oltre al danno alla salute c’è quello ingentissimo al lavoro e all’economia».  

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