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Ipotesi terzo mandato, Vieni Oltre: «No al poltronismo, il M5S chiede l’elemosina»

Duro attacco della coordinatrice della lista civica Pia Perricci. «Logica autoreferenziale da abbattere»

PESARO – Terzo mandato, Vieni Oltre dice no “all’attaccamento alle poltrone”.

«Politica significa amministrazione della “Polis” (città) per il bene di tutti e quindi vi era la determinazione, di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini potevano partecipare. Di fatto oggi la politica è diventata semplicemente un gioco di potere sulle spalle dei cittadini, un voler rimanere a tutti i costi attaccati alla poltrona al punto tale, che taluni partiti incitano un terzo mandato. Per assenza di uomini/donne di spicco? Per presunzione di onnipotenza? Per potere? Per paura della Naspi? Di fatto fa sorridere, come un partito di minoranza quale quello del Movimento 5 Stelle, pur di assicurarsi qualche “poltrona” è disposto a rinunciare a un proprio candidato Sindaco, giungendo a chiedere “l’elemosina” per poter partecipare ad un tavolo di confronto con il Pd, qualificato dagli stessi quale partito di maggioranza».

Per la coordinatrice Pia Perricci «É raccapricciante come la politica dei giorni d’oggi, anziché occuparsi del bene dei cittadini, si preoccupa del bene proprio, delle proprie cariche, scordando che di tutto ciò i cittadini se ne sono ampiamente resi conto, considerato che l’astensionismo nelle ultime elezioni amministrative delle due regioni andate al voto è stato pari al 60%. Occorre che tutti i cittadini si ribellino a questa politica autoreferenziale egoistica e che vuole rimanere impunita. Basti pensare a tutti i politicanti che stanno lottando per ottenere l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Anche qui viene da sorridere o meglio da piangere. Tutti i cittadini rispondono dei propri errori: il medico, l’architetto, l’ingegnere, il geometra, l’avvocato. Loro vogliono rimanere impuniti, loro come “gli dei dell’Olimpo” non vogliono essere giudicati. É necessario riprendere in mano le redini della città, esprimendo il proprio dissenso a questi giochi di potere, ricordando che quello che costruiamo oggi è quello che lasceremo ai nostri figli».

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