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Intervista all’attore e doppiatore Luca Violini, che ai giovani dice: «Studiate e proponete progetti» – VIDEO

Abbiamo incontrato il noto artista, una delle voci più importanti del panorama nazionale nell'ambito del doppiaggio a tutto campo. Ci ha parlato della sua carriera e ha invitato i ragazzi a non mollare

Luca Violini

ANCONA – «È una carriera che sognavo da bambino, già da quando avevo 4 anni e ai miei genitori dicevo di voler fare l’attore». Racconta così la sua passione per la recitazione e il doppiaggio Luca Violini. Il noto artista anconetano è una delle più importanti voci sul panorama nazionale, nell’ambito del doppiaggio cinematografico, documentaristico, pubblicitario, televisivo e radiofonico.

L’attore, che ha doppiato anche la famosa serie televisiva Il Segreto in onda su Canale 5, sognava già da bambino una carriera nel mondo teatrale. Una passione, la sua, condivisa anche da moltissimi giovani di oggi ai quali Violini consiglia di non mollare e di «coltivare il proprio sogno».

«Ho avuto il sogno, ho immaginato questa cosa e l’ho realizzata» spiega nell’invitare i millennials alla determinazione e alla perseveranza: «Studiate, studiate, studiate. Studiate recitazione, dizione fonetica, non fatevi illudere dalle chimere, bisogna studiare, essere seri e impegnarsi».

Come recitava in un celebre spot «la passione ci spinge ad avvicinare l’azione al pensiero…ci sprona a non fermarci mai», insomma impegno e perseveranza devono essere le parole d’ordine per riuscire, per sfondare in quello che si desidera fare.

Certo è che la crisi culturale che attraversa il Paese da diversi anni non aiuta le giovani generazioni a cimentarsi in una carriera di questo tipo. Ma nulla è impossibile: «I giovani devono metterci del loro, devono imparare a chiedere e a proporre».

Secondo Violini i giovani devono alzare la testa. «Proponete progetti che abbiano una profondità» esorta i ragazzi, mentre rivolgendosi alle istituzioni chiede di «dare loro modo di fare». «Chi deve decidere deve ascoltarli e fargli fare, invece in Italia siamo un po’ bloccati sui blasonati, sui televisivi. Dobbiamo invece alzare il livello emozionale».

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