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Il nuovo videoclip dei Confini di tela realizzato all’interno della “zona rossa” di Visso: ecco Cenere

Il progetto, lanciato nell'anniversario della prima scossa, ha ottenuto il patrocinio gratuito dei comuni di Visso e Jesi (città della band). «Non vogliamo si spengano i riflettori sul cratere del centro Italia» hanno spiegato gli ideatori del progetto

Confini di Tela nella zona rossa di Visso

24 agosto 2020. Ore 3.36. Sono data e ora esatte in cui è uscito, su Youtube e Facebook, il videoclip di “Cenere”, il nuovo pezzo dei “Confini di tela”. A quattro anni esatti dal sisma che ha scosso Amatrice, primo tremendo sussulto di una sequenza che ha dilaniato il centro Italia, la rock band di Jesi ha voluto accendere i riflettori sulla difficile ripartenza dell’entroterra, ancora alle prese con le macerie e l’assenza di prospettive.

La zona rossa di Visso

Un progetto che ha come obiettivo quello di raccontare le sensazioni di chi, da quattro anni, è alle prese con 40 metri quadri di soluzione abitativa emergenziale e con la difficoltà di pensare a sogni “banali e normali” dato che si ha perso praticamente tutto. Ma allo stesso tempo la rock band jesina ha deciso di portare l’attenzione proprio lì, in quelle zone che ormai da quattro anni sembrano essere abbandonate e dimenticate dalle istituzioni e dai media nazionali.

La zona rossa di Visso

Il videoclip infatti, girato integralmente all’interno della zona rossa di Visso, vuol essere un modo per non far calare il sipario mediatico sulle aree interne, con particolare riferimento al “cratere sismico”. Girato a fine luglio 2020, il video è montato dal regista di Jesi Jimmie Santoni. La ballerina protagonista è Elisa Carletti, mentre le due disegnatrici che immortalano corpi in movimento, tra facciate mute e lacerate, sono Alessia Priori e Valeria Rossi. L’assistente alla regia è Anna Grilli.

Il videoclip di Cenere dei Confini di tela

«Sappiamo bene che non potrà essere una canzone a innescare la ripresa di Visso e del territorio circostante – spiegano Marco Fersini (voce e chitarra), Matteo Tarabelli (chitarra e cori), Sergio Fabrizi (basso e cori) e Alessandro Violini (batteria), i quattro componenti dei Confini di Tela -. Volevamo tuttavia dare il nostro piccolo contributo affinché non finisca nel dimenticatoio quanto accaduto quattro anni fa. Abbiamo portato quanta più arte possibile dentro alla “zona rossa”, perché crediamo, forse anche ingenuamente, che la bellezza possa davvero salvare il mondo. A partire proprio dai tanti comuni che, da quella notte del 24 agosto, si sono dovuti fermare, per muoversi altrove e piangere le proprie innocenti vittime. Una comunità, del resto, non è la somma delle mura che ne delimitano palazzi e strade, ma è il riflesso di persone e di relazioni, di sentimenti ed emozioni. Ecco, Cenere parla di questo, innanzitutto».

La zona rossa di Visso

Il progetto ha ottenuto il patrocinio gratuito dei comuni di Visso e di Jesi. «Ringraziamo di cuore il comune di Visso, prima fra tutti la vicesindaca Patrizia Serfaustini, senza la quale nulla sarebbe stato possibile. Grazie anche al comandante dei vigili urbani, Ernesto Martini, al consigliere comunale Giancarlo Carioli, alla giunta e a tutti i vissani che ci hanno accolto – le parole dei Confini di tela -. Ringraziamo inoltre il comune di Jesi, il sindaco Massimo Bacci e gli assessori. Speriamo di aver dato il nostro piccolo contributo alla ripartenza e alla ricostruzione».

Soddisfatto il vicesindaco di Visso che ha seguito in prima linea il progetto. «Siamo stati davvero felici quando ci è stata proposta l’idea – spiega Patrizia Serfaustini –. Ringraziamo tantissimo tutti i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto perché sono stati eccezionali ed è stato un piacere vederli lavorare lì, dove tutto, quattro anni fa, si è fermato; per noi è fondamentale che non si spengano mai i riflettori. La decisione di portare l’arte nel cuore della nostra città, facendolo tornare a vivere, è stato come ridare un po’ di vita e di colore a un quadro che ormai è solo in bianco e nero».

La zona rossa di Visso

La canzone, scritta e composta dai Confini di Tela, è strutturata come fosse una sequenza sismica. È il riff di chitarra a scuotere, per poi lasciar spazio a inquietudine, angoscia, rabbia e sfiducia. Non ci sono strofe o ritornelli ben individuabili, proprio perché il terremoto non concede alcuna certezza. E non si sa mai cosa viene “dopo”. “Cenere” è stata registrata e mixata al Maui Garage Studio di Montemarciano da Maurizio Sellani. Il mastering è stato curato da Andrea De Bernardi all’Eleven Mastering. È il primo singolo di un album, attualmente in fase di registrazione, chiamato “Ogni tuo ieri”.

IL TESTO DI CENERE

Qui è scesa la notte, il sole è fuggito via
Qui si trema la notte, il sonno è scappato via
Corrono giorni di polvere,     
come faremo a ridere?
quando potremo rinascere?
macerie e progetti in cenere               

Qui è scesa la notte, il sole è fuggito via
Qui si brucian ricordi, seduti su moduli gelidi                      
E chiedo..

Un sogno banale
un sogno normale
quello più austero che c’è
è troppo tardi per accusare
cercando la forza di vivere, o sopravvivere

Un sogno banale, un sogno normale, quello più austero che c’è
Perché qui c’è sempre la notte, e il sole non vuole restare
Qui si brucian ricordi, seduti su moduli gelidi

Qui si vendon speranze
ma i clienti non si vedono più
Qui chi urla più forte
non riuscirà più a parlare

Corrono, si rincorrono giorni..

I Confini di Tela

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