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Il Cbd diventa uno stupefacente, la soddisfazione di Pignataro: «Evitiamo una falsa rappresentazione della verità»

Il questore maceratese "anti-cannabis" commenta con orgoglio il decreto firmato dal ministro Speranza: «Ricordo quando si sono presentati da me alcuni genitori e avevo garantito loro che avrei fatto di tutto per tutelare i loro figli»

Il questore di Macerata Antonio Pignataro

MACERATA – Dal prossimo 30 ottobre, l’olio di cannabidiolo diventerà ufficialmente una sostanza stupefacente; lo ha stabilito un provvedimento del ministero della Salute che quindi classifica gli oli in commercio nei negozi come illegali.

Il Ministro Roberto Speranza ha infatti firmato un decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che inserisce nella tabella dei “medicinali a base di sostanze attive stupefacenti” le “composizioni per somministrazione a uso orale di cannabidiolo (Cbd) ottenuto da estratti di cannabis”. Il motivo è dovuto al fatto che “attualmente è in corso di valutazione presso l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) una richiesta di autorizzazione all’avvio della commercializzazione di un medicinale, in soluzione orale contenente cannabidiolo, che ha già ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio centralizzata da parte dell’European Medicines Agency (EMA)”, spiega il decreto. Lo stesso medicinale, si legge, “è controllato attraverso un programma di uso compassionevole, notificato all’AIFA, per i pazienti in trattamento con sindrome di Dravet e sindrome di Lennox-Gastaut”.

Una notizia che a Macerata ha sollevato un certo interesse soprattutto vista la battaglia portata avanti da anni dal Questore del capoluogo Antonio Pignataro che è stato anche definito il Questore “anti-cannabis” e che, per aver svolto il suo lavoro, ha anche subito intimidazioni ed è stato il bersaglio di scritte offensive.

«Ricordo quando si sono presentati da me alcuni genitori e avevo garantito loro che avrei fatto di tutto per tutelare i loro figli – ha commentato Pignataro -. Il lavoro portato avanti è stato messo in campo anche grazie all’importante lavoro della Procura della Repubblica di Macerata, al Procuratore Giovanni Giorgio e ai suoi valorosi sostituti. Ho trovato una Procura disponibile per questa importante battaglia che si pone come obiettivo quello di salvare la vita ai giovani».

«La tenacia, la missione e il senso del dovere si sono rivelati importanti nel salvare giovani vite – ha aggiunto il Questore -. La lettera ricevuta da una mamma, la presa di posizione del Vescovo Nazzareno Marconi; sono tutti segnali del fatto che intorno c’è solidarietà per la battaglia portata avanti e per il fatto di aver comunque sollevato il problema. Abbiamo tutti lavorato in sintonia per evitare una falsa rappresentazione di quella che invece è la verità perché lo dimostrano i dati dei Paesi dove la sostanza è stata liberalizzata».

Il Questore Pignataro è stato appunto bersaglio di intimidazioni; molte le frasi offensive nei suoi confronti che sono state scritte sui muri del centro città di Macerata e in Provincia. «Non ho paura ma anzi credo di avere molto coraggio essendo comunque consapevole che ci possono essere delle conseguenze – ha spiegato -. Certamente nascondere di non avere paura sarebbe da ipocrita ma il coraggio la vince e il non aver mai fatto un passo indietro è stato anche lo stimolo nel perseverare. Ho deciso di fare una scelta di campo facendo il mio dovere fino in fondo e portando alla luce un fenomeno che era sotto gli occhi di tutti. Le conseguenze di ciò che potrà accadere alla mia persona lasciano il tempo che trovano rispetto al valore delle vite di una futura generazione e alla serenità di una famiglia; da servitore dello Stato so che ho fatto, con disciplina e onore, ciò che dovevo».

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