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«Ho un amico che non conosco»

Lo jesino Pino Gullace racconta la sua vita dopo il trapianto. Un normale controllo evidenzia un'insufficienza renale, da quel giorno cambia tutto. Adesso va nelle scuole a raccontare il valore della prevenzione

Pino Gullace

JESI – Una vita dedicata al volontariato, al calcio e al teatro. Una vita più viva dopo il trapianto nel 2008. Vice presidente dell’Aido di Jesi, Pino Gullace dopo quel gennaio di nove anni fa ha ritrovato la qualità della vita.

Gullace in una delle sue commedie

Con semplicità e naturalezza, Pino racconta la sua storia: «Avevo perso stimoli con la malattia, poi un giorno è arrivata la chiamata che tanto aspettavo: c’era un donatore, l’angelo che porto dentro di me. Una speranza che mi ha spinto a non lasciarmi andare, la consapevolezza che potevo venirne fuori. La donazione è vita e mi sento di esprimere profonda gratitudine a tutte quelle persone che quando muoiono lasciano agli altri la possibilità di continuare a vivere».

Pino da anni va nelle scuole di Jesi insieme all’Avis per promuovere la donazione ai ragazzi: «Non c’è trapianto senza sangue – dice –. Vado nelle scuole come testimonial vivente: ai ragazzi racconto la mia storia, diamo loro dei bigliettini in cui scrivono le domande che vorrebbero farci ed è la scelta più azzeccata. Spesso infatti ci fanno domande che altrimenti non avrebbero il coraggio di chiedere. Emerge che hanno paura del dolore fisico e io spiego che per salvare una vita il dolore di una puntura si può superare. Per una vita che muore altre nascono». Parola d’ordine “prevenzione”: «Aido e Avis sono strettamente legate: io stesso, come racconto ai ragazzi, mi sono accorto di un’insufficienza renale con un semplice controllo. Poi la malattia è degenerata con la dialisi, fino al giorno del trapianto. Il male non colpisce solo gli anziani, ecco perché è importante fare prevenzione, donare il sangue e rendersi disponibili alla donazione».

Iscriversi all’Aido è semplice: basta recarsi nella sede di via San Francesco e compilare il modulo. «L’Aido jesina ha bisogno di giovani, sono il motore del mondo: oltre ad invitarli ad iscriversi chiedo sempre loro di parlarne con i genitori. Nell’ultimo incontro allo Scientifico cinque ragazzi si sono avvicinati, volevano iscriversi all’Aido. ai ragazzi dico sempre: è una scelta molto personale ma non basta essere iscritti per vedere realizzate le proprie volontà per questo dovete parlarne a casa. Bisogna essere consapevoli e informare i congiunti. A Jesi, nella carta di identità elettronica è possibile scrivere  la volontà di donare». Per lo jesino, 68 anni ad aprile, è stato un cambiamento fisico e morale: «Mi sento più vivo, ho sentito il bisogno di rendermi utile e così ho ricominciato a seguire con passione i miei interessi. Faccio il volontario al Collodi da 8 anni, sto con i bambini che vengono portati prima e che rimangono dopo le lezioni. E’ una grande gratificazione per me questa attività di volontariato e quello che leggi negli occhi dei bambini e dei genitori è impagabile». “Lui” è la persona che vive dentro Pino e che gli ha dato una speranza di vivere, la persona senza la quale non avrei conosciuto Pino: «Voglio raccontare a voce alta la mia esperienza e ringraziare il Centro Trapianti dell’ospedale Torrette di Ancona, fiore all’occhiello della sanità dimostrando grande professionalità e umanità. Grazie alle donazioni i tempi di attesa per il trapianto si sono ridotti». Appassionato di teatro, Pino ha trasformato la sua storia nello spettacolo “Racconto della Vita” «dove racconto il prima, il durante e il dopo questo percorso. Quando è arrivata la chiamata per il trapianto io e la mia famiglia siamo partiti con un grande bagaglio emotivo. E’ stato un percorso difficile che sono riuscito a superare grazie all’affetto di tante persone e al mio carattere».

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