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«Guardiamo avanti»

I vertici della sezione cittadina della Cna analizzano i dati del Ciof sulla disoccupazione. «Lavorare per il futuro e smetterla di parlare di ciò che è stato», un passaggio dell'intervista ad Andrea Riccardi e Mauro Cucco

Area industriale nel fabrianese

FABRIANO – Basta pensare al passato, lavoriamo per il futuro. È questo lo slogan che meglio rappresenta il pensiero dei vertici della Cna di Fabriano dopo aver esaminato i dati del Ciof in merito allo stato di occupazione in città e nel comprensorio. Numeri che tratteggiano un quadro allarmante: oltre 5mila disoccupati in città e con l’aggiunta dei lavoratori attualmente in mobilità, si rischia di superare addirittura quota 6.000. Se questo dato viene confrontato con la popolazione attiva, 14-65 anni, si arriva ad una percentuale del 30 per cento di disoccupati residenti o, comunque, domiciliati, a Fabriano.

«Sono dai molto preoccupanti e occorre fare un ragionamento a tutto tondo. Il potere di acquisto delle famiglie è diminuito, se si aggiunge questo tasso di disoccupazione, a soffrire sono poi commercio e gli artigiani. Un circolo vizioso che deve essere risolto dagli ambiti alti della politica. Intervenire ieri e non domani. Bisogna lavorare per creare nuova occupazione e, quindi, ridare dignità all’uomo, rimettendo in moto l’economia a 360 gradi. La politica comunale deve farsi garante per trovare sinergia con la politica regionale e nazionale», il pensiero del segretario Cna, Andrea Riccardi.

Più articolato il pensiero del presidente della locale sezione della Cna, Mauro Cucco. «Questi numeri si potevano intuire a meno che non si è ciechi. Poca frequentazione dei luoghi pubblici e il commercio ne sta soffrendo in modo tragico. Ora basta pensare alle aziende che hanno chiuso, pensiamo a quelle che sono rimaste. Attualmente stanno sopravvivendo, si è perso lo sguardo rivolto al futuro. I fabrianesi sono attoniti, smarriti».

Andrea Riccardi e Mauro Cucco

Una chiave per invertire questo trend può essere rappresentato dal progetto Fabriano Fabbrica Etica Diffusa sul quale puntare. «È una sorta di progetto pilota che attraverso gli Iti, Interventi Territoriali Integrati, porteranno sul territorio circa tre milioni di euro di investimenti. Gli Iti saranno una sorta di camicia che si costruirà attorno agli imprenditori esistenti e nuovi, per costruire una serie di interventi – accesso al credito, fondi, consulenze, rinnovo del materiale tecnologico, innovazione – che saranno adattati su misura. È l’ultimo esperimento che possiamo fare su questa realtà. Con i fondi piovuti dall’alto, come accaduto con l’Accordo di programma, non si è avuto l’effetto sperato. Proviamo questa nuova strada e aspettiamo i bandi che dovrebbero essere pubblicati entro la prossima primavera. L’intervento – conclude Mauro Cucco – comprende i comuni di Fabriano, Sassoferrato, Genga, Cerreto D’Esi e abbiamo deciso di aggiungere anche Matelica per comprendere, nella sua interessa, un bacino più vicino a questa realtà».

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