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Grano: campagna da record nelle Marche per qualità e quantità

Il Consorzio Agrario di Ancona, leader nella raccolta con 30 centri: «Oltre 4,5 milioni di quintali in regione, una crescita tra il 10 e il 15%». Il prezzo resta alto

JESI – «Sarà una campagna da record quest’anno per il grano duro delle Marche, con una eccellente produzione sia per quantità che per qualità, come da tempo non se ne registrava. Bisogna tornare infatti al 2012 per vedere un peso specifico della granella così elevato, unitamente a parametri organolettici che esaltano le caratteristiche di questo cereale destinato all’industria della pasta, ma anche a tanti pastifici artigianali». Così il direttore del Consorzio Agrario di Ancona, Andrea Novelli, descrive lo splendido scenario che si profila per la regione Marche. A circa metà della raccolta, infatti, si stima quest’anno una produzione superiore ai 4,5 milioni di quintali, in crescita del 10-15%, che rafforza le Marche come terzo granaio d’Italia dopo Puglia e Sicilia. Sono interessati complessivamente 120 mila ettari in tutta la regione, con produzioni che si attestano sui 70 quintali ad ettaro in tutta la fascia costiera fino alle colline.

«Ma c’è di più – aggiunge Novelli – perché il prezzo, che era risalito nella seconda metà del 2019 per effetto della riduzione delle scorte mondiali e che si temeva potesse tornare fluttuante con la nuova campagna, sta mantenendosi su livelli molto interessanti a causa delle scarse produzioni registrate in Puglia come anche nel nord Italia. Siamo dunque sempre più vicini ad una quotazione di 30 euro al quintale, oltre il 50% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con piena soddisfazione delle aziende agricole».

Molto positivo anche l’andamento del grano tenero, a servizio di filiere locali. «Parliamo di valori certamente inferiori – continua Novelli – e cioè di circa 300 mila quintali in tutta la regione, di cui il Consorzio di Ancona ne ammassa un terzo. Ma è anch’essa una produzione che sta dando grandi soddisfazioni alle aziende marchigiane».

Per il Consorzio anconetano, l’unico ad aver mantenuto la piena autonomia in ambito regionale, vi è la piena soddisfazione per aver accompagnato anche in questa campagna le oltre 4.000 aziende agricole conferenti, grazie non solo alla fornitura di sementi, concimi, agrofarmaci e macchinari, ma anche ad una assistenza tecnica in campo volta a individuare le migliori soluzioni agronomiche. «L’auspicio – aggiunge il presidente del Consorzio Agrario, Alessandro Alessandrini – è che i risultati di questa campagna favoriscano l’indirizzo di politiche agricole regionali finalmente indirizzate a puntare ad una logistica di filiera, sostenendo investimenti strutturali in agricoltura per la conservazione, la raccolta e la commercializzazione dei cereali e del grano duro in particolare. Perché – sottolinea Alessandrini – è questa la coltura prevalente nei 250 mila ettari di seminativi delle Marche, che interessa un’azienda agricola su due e che ha assoluta necessità di superare la grande frammentazione oggi presente nell’offerta, fattore questo che ne limita fortemente l’appetibilità da parte delle principali aziende italiane e internazionali della pasta».

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