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Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ottanta  discriminazioni negli ultimi cinque anni nella provincia di Ancona

Gli abusi nel mondo del lavoro e tra le mura domestiche sono più frequenti di quanto si possa pensare, ma solo l'8,9% delle donne li denuncia. Nel 1991 è stata istituita in Italia, tramite la Legge 125, la figura della Consigliera di parità

Una data simbolica, quella del 25 novembre, scelta da un gruppo di femministe per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, paladine dei diritti civili nella Repubblica Dominicana. Era il 1999 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì proprio il 25 novembre come ricorrenza per celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione  della violenza contro le donne.

Una violenza, quella contro le donne, che può assumere molte facce diverse: violenza fisica, sessuale, psicologia, economica, ma anche disparità, prevaricazione e disuguaglianza agita dagli uomini. È tra le violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo. Almeno una donna su tre in Italia è vittima di violenza e sono sempre di più le giovanissime, già a partire dai 15 anni. Un abuso che spesso si consuma tra le mura domestiche, per strada o sul posto di lavoro.

In questo senso l’Italia è il fanalino di coda in Europa nel superare le disparità tra donna e uomo. Lo dimostrano studi del Censis e dell’Ocse.  Secondo il Censis risulta che le donne in una giornata lavorino mediamente quattro ore in più degli uomini. Non solo, stando ai dati Ocse, gli uomini italiani sono ancora poco collaborativi nei lavori domestici e in  media dedicano ad aiutare le donne soltanto 100 minuti al giorno.

Sul fronte retribuzioni la situazione non è certo delle migliori, secondo il Censis, infatti, le donne nel settore privato percepiscono salari inferiori del 19,6 per cento rispetto ai colleghi maschi, mentre nel settore pubblico  guadagnano il 3,7 per cento in meno. In termini occupazionali il “gender gap” si fa ancora più evidente e l’Italia, nel 2016, è al penultimo posto in Europa per occupazione femminile. Nonostante dal 1991 il numero di donne laureate è sempre stato superiore rispetto a quello degli uomini, il  tasso di disoccupazione femminile in Italia è pari al 12,6 per cento, ben al di sopra dei livelli europei dove si attesta all’8,8%.

Quindi le donne lavorano più degli uomini, guadagnano di meno, hanno meno possibilità di avanzamento di carriera e raramente occupano ruoli di prestigio, che restano ancora quasi ad esclusivo appannaggio dei colleghi maschi. Una parità che di fatto non si è mai realizzata, quella fra donna e uomo.

Proprio per garantire pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori, nel 1991 è stata istituita in Italia, tramite la Legge 125, la figura della Consigliera di parità. Nominata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, svolge la sua attività sia in ambito provinciale, che in ambito regionale e nazionale, per garantire che le normative in tema di pari opportunità e parità di genere vengano attuate con uno sguardo particolare alla condizione femminile in quanto ancora lontana dalla piena parità, nonché vigilando affinché non si verifichino discriminazioni di genere all’interno del mercato del lavoro. In questo senso la consigliera di parità può intraprendere ogni possibile iniziativa ed azione, rispetto alle competenze dello Stato in materia, anche con la possibilità di richiedere controlli e sanzioni da parte dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, per eliminare situazioni di discriminazione e squilibrio di genere.  In tutti i casi che arrivano all’attenzione della Consigliera di Parità, che è un pubblico ufficiale,  si può utilizzare lo strumento della conciliazione per tentare un accordo tra le parti ed evitare di ricorrere al giudice del lavoro.

Giuseppa Ferraro, Consigliera di Parità

Nella provincia di Ancona questo incarico è affidato dal 2012 a Giuseppa Ferraro, assistente sociale e sociologa con competenza specializzata sul tema della discriminazione e della violenza di genere, anche come CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) e CTP (Consulente Tecnico di Parte) del Tribunale di Catania. Docente di numerosi corsi di formazione universitari ed extra universitari sul tema dei diritti delle donne e dei minori, la Consigliera Ferraro ha un’esperienza ventennale nel contrasto alla violenza di genere e ha seguito nella sua attività professionale oltre 400 donne vittime di violenza di genere, delle quali 2 vittime di femminicidio, ricoprendo in questo caso il ruolo di CTP per le famiglie. Inoltre nel corso della sua esperienza ha collaborato con il Comitato Pari Opportunità dell’Università di Catania e di alcuni enti locali, ricoprendo diversi incarichi come esperta sulle pari opportunità per la provincia di Catania e la Regione Sicilia. Nonostante quella della Consigliera di parità sia una figura che richiede competenze specializzate e certificate, l’incarico non ha una indennità, né un fondo a cui attingere, «siamo volontari dello Stato» sottolinea Giuseppa Ferraro.

Con l’Associazione Donne e Giustizia, che gestisce il Centro Antiviolenza di Ancona, la Consigliera Ferraro ha collaborato, fin dal 2012, all’avvio della Rete Territoriale Antiviolenza sul territorio del Comune di Ancona, svolgendo il ruolo di coordinatrice. Della rete fanno parte le Forze dell’Ordine, il Centro Antiviolenza, il consultorio, gli Ospedali Riuniti di Ancona, la casa rifugio, i servizi sociali, le agenzie educative e gli organi giudiziari. La rete è in fase di costituzione anche a Fabriano e Senigallia sempre con il coordinamento della Consigliera Ferraro, mentre a Jesi è già attiva. La Consigliera di Parità si è da subito attivata per contribuire all’ampliamento della rete su tutto il territorio provinciale.

«Ad Ancona, la Rete Territoriale Antiviolenza – spiega Giuseppa Ferraro –  è ormai una realtà consolidata. Una rete che funziona grazie a continui scambi, incontri e mappatura delle risorse aggiornata. La discriminazione di genere e la violenza sono tra le disparità più perniciose e ataviche subite dalle donne. Un fenomeno che ha una radice culturale e sociale, spesso minimizzato e considerato secondario ad altre emergenze».

Un’attività, quella della Consigliera di Parità, che si svolge sia nel settore privato che nel pubblico: «uno degli ambiti in cui agiamo – prosegue la Ferraro – è il parere sui PAP, ossia i Piani di azioni positive che gli enti locali e territoriali devono attuare per garantire la parità di genere. Un vero e proprio vincolo, che se non adottato dall’ente locale può impedirgli di fare assunzioni anche nelle categorie protette. In questi anni, ho cercato di promuovere incontri formativi sul tema delle pari opportunità, parità di genere e contrasto ad ogni forma di discriminazione di genere nel lavoro e nella società, per i l personale degli enti locali. Purtroppo solo pochissimi comuni hanno accolto questo invito, nonostante  sia obbligatoria la formazione continua del personale impiegato».

La consigliera di parità, nei suoi 5 anni di attività si è occupata «quasi totalmente di discriminazioni di genere contro le donne e la maggior parte delle violazioni hanno riguardato soprattutto il diritto alla maternità nel luogo di lavoro».  Un diritto, quello alla maternità, spesso negato nell’ambito del lavoro, dove la neo mamma viene discriminata se non addirittura sostituita o demansionata.

«Nella provincia di Ancona ho rilevato circa 80 violazioni alle normative in tema di pari opportunità e parità di genere e, pertanto vere e proprie discriminazioni, negli ultimi cinque anni – sottolinea Giuseppa Ferraro – un numero che sembra irrilevante, ma che in realtà non lo è. È solo la punta di un iceberg, dove il sommerso è più grande di quanto si possa pensare. Sono tantissime infatti le donne che subiscono ma non denunciano. Come nel caso delle violenze domestiche dove il dato delle donne che denunciano è  solo l’8,9%. Anche perché le risposte dei servizi territoriali e deputati al contrasto di tali fenomeni,  sono spesso inadeguate e anche nei percorsi giuridici i tempi sono lunghissimi. Purtroppo la donne che denunciano, a volte, subiscono la vittimizazzione secondaria, anche in sede giudiziaria, ed esiste ancora la percezione che la violenza di genere e gli abusi siano un fatto privato. Ci sono alcune realtà in cui le donne non riescono ad ottenere giustizia, nè servizi adeguati: dai servizi sociali, agli avvocati che disconoscono, ai consultori e le forze dell’ordine che fanno finta di non vedere e non voler fare. Non possiamo accontentarci. Il numero delle donne ammazzate e che subiscono ci impone di non doverci fermare nelle azioni di contrasto. Molte donne potrebbero ottenere giustizia avvalendosi del ruolo della Consigliera di Parità, che può addirittura costituirsi in giudizio ad adiuvandum per supportare la donna discriminata. Uno strumento di garanzia e supporto forte, ma purtroppo che molte non riescono ad attivare perché non ne conoscono l’esistenza».

In tema di violenza domestica contro le donne la Consigliera di Parità può attivare la rete territoriale e fornire il proprio supporto nei percorsi di tutela e accompagnamento della vittima. «È necessario valutare bene la situazione – precisa la Ferraro – e pianificare un percorso di uscita per le donne vittime di violenza in famiglia, per evitare di esporle ad ulteriori rischi.  Anche perché il maltrattante è sempre una persona con cui la vittima ha una relazione intima».

Numerose le iniziative sul territorio previste per la giornata del 25 novembre alle quali parteciperà l’Associazione Donne e Giustizia che gestisce il Centro Antiviolenza di Ancona.

Nelle giornate del 24, 25 e 26 novembre, presso i punti vendita COOP di Ancona, in via della Montagnola e in via Maratta, si terrà una raccolta fondi: l’1% della spesa in prodotti a marchio Coop sarà devoluto all’Associazione Donne e Giustizia.
Sabato 25 al Teatro delle Muse di Ancona alle 16.30 sarà proiettato il film “L’Amore rubato”. Seguirà un dibattito sul tema della violenza contro le donne, introdotto e coordinato dall’avvocato e presidente di Marche Teatro Gabriella Nicolini. Tra gli altri iInterverranno Emma Capogrossi, assessore servizi sociali e pari opportunità del Comune di Ancona, Laura Pergolesi, presidente delle Forum delle Donne di Ancona, Paola Mazzocchi, consigliera Ordine degli Avvocati di Ancona e Raffaella Bresca, presidente Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Ancona.

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