Attualità

Gestione Casi Covid-19 in azienda: chiarimenti degli aspetti sanitari

L'Organismo Paritetico Regionale costituito da Confapi Marche e Cgil, Cisl e Uil punta ad affrontare insieme, parte datoriale e sindacale, la gestione della pandemia all'interno delle imprese

L'incontro organizzato da Confapi

ANCONA – Secondo appuntamento formativo e informativo organizzato da OPRC Marche, Organismo Paritetico Regionale nel percorso parallelo costruito da Confapi Marche e Cgil, Cisl e Uil per affrontare insieme, parte datoriale e sindacale, la gestione della pandemia che preoccupa il presente ma anche il futuro di aziende e lavoratori.

L’applicazione delle misure previste dal protocollo aziendale, è stato chiarito, «consente alla parte datoriale di non incorrere in eventuali azioni di responsabilità per i casi di infortunio sul lavoro« come spiegato da Giuseppe Maria Mariotti, Direttore Inail Direzione Territoriale Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, che ha svolto la relazione iniziale. La firma del “Protocollo territoriale per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” ha indicato una via comune che ha soddisfatto le esigenze dei sottoscriventi e riscosso l’apprezzamento di molte aziende associate che l’hanno già adottato ed evidentemente anche dell’Inail.

Lucia Isolani, direttore UOC Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’AV3 ha chiarito concetti entrati ormai nelle vite di tutti noi, distinguendo tra “isolamento e quarantena” e i tempi da far intercorrere tra un tampone molecolare positivo e il successivo per accertare l’eventuale negativizzazione oltre a tutta la casistica anche per i congiunti di soggetti positivi. «Dopo 21 giorni dall’accertamento della positività, anche in caso di persistente positività, secondo quanto stabilito dalla circolare ministeriale i soggetti asintomatici da almeno 7 giorni possono chiedere di essere riammessi nella collettività e quindi anche al lavoro, decisione che può essere presa solo dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asur», ha spiegato.

Più complesso è il caso della valutazione dei soggetti fragili come spiegato da Natascia Paternesi, medico competente. «Nel caso di negatività il lavoratore rientra senza problemi in servizio. Per i casi di positività con infezione da Sars Covid-2 di lungo termine il confronto con i datori di lavoro è serrato e se come è auspicato, il distanziamento, le norme igieniche e l’uso di dispositivi di protezione, sono rispettate, non si capisce perché il lavoratore non dovrebbe rientrare«. Il Dipartimento di Prevenzione dichiara la guarigione e le re-immissione al lavoro. Il medico competente va a formulare un giudizio di idoneità per il giusto collocamento del lavoratore che torna dopo la malattia e che potrebbe non essere più adatto a svolgere le mansioni che svolgeva prima avendo il Covid alterato alcune delle sue capacità. L’incontro è stato introdotto da Mario Neri, Presidente di Confapi Sanità,  dal direttore di Confapi Marche Michele Montecchiani e moderato da Massimo Giacchetti Coordinatore di parte sindacale OPRC Marche.

Stefano Bellucci, consulente Relazioni Industriali Confapi Ancona ha affrontato il tema della gestione delle assenze in azienda considerando che  il lavoratore è considerato in malattia ma l’Inps lo considera come se fosse in regime di ricovero ospedaliero.

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