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Fossombrone, due daini morti soffocati all’interno di un recinto: «La situazione sta degenerando»

L’intrusione di questi animali riaccende i riflettori su di una problematica particolarmente sentita nell’alto pesarese: la delicata convivenza tra uomini ed animali selvatici

Un esemplare maschio di Daino (fonte wikipedia)
Un esemplare maschio di Daino (fonte wikipedia)

FOSSOMBRONE – Due daini trovati morti all’interno di un recinto per cavalli. È successo nella mattinata del 17 marzo a Fossombrone in una struttura sita lungo la strada che conduce alla frazione di San Piero in Tambis. Un branco composto da svariati esemplari si sarebbe introdotto nell’area: dai segni sembrerebbe che almeno quattro siano rimasti impigliati in una corda che delimita il perimetro del recinto.

Due di loro avrebbero così perso la vita mentre gli altri si sarebbero liberati ed avrebbero proseguito per la loro strada. Ad informare le autorità dell’accaduto è stato Graziano Giambartolome, il proprietario dell’appezzamento. Sul posto sono giunti gli uomini dei Vigili del Fuoco e gli operatori del Cras per provvedere al recupero delle carcasse.

L’intrusione di questi animali riaccende i riflettori su di una problematica particolarmente sentita nell’alto pesarese: la delicata convivenza tra uomini ed animali selvatici. Non sono infatti rari gli avvistamenti di lupi o le incursioni di cinghiali e daini. Una presenza costante che viene percepita come pericolo soprattutto stradale: si tratta di animali che superano facilmente il quintale di peso e che, in caso di impatto con un mezzo in transito,, possono causare conseguenze gravi.

La notizia dei due daini deceduti si è ben presto diffusa nel comune suscitando diverse reazioni: «La situazione sta diventando pesante – commenta un residente – non è raro che ci troviamo i cinghiali nei giardini o negli orti: al di là dei danni oggettivi e gravi alle recinzioni, nonostante siano animali selvatici si sono talmente abituati alle zone abitate che nemmeno scappano più quando vedono le persone: se poi si incontra una mamma con i cuccioli allora il rischio di essere attaccati è reale – e conclude – è da tempo che chiediamo che la regione intervenga… la situazione sta degenerando».

Sulla questione è intervenuta recentemente anche la FederFauna che ha deciso di rivolgersi direttamente ai Comuni per una maggiore sensibilizzazione: «Lo Stato è l’unico proprietario nonché beneficiario del selvatico, se ne prenda quindi piena responsabilità legale in riferimento ai danni da esso provocati ai privati».

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