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Fondo perduto alle imprese, la Cna critica Castelfidardo

Sotto accusa tempi e modi. «Il comune di Castelfidardo ha stanziato un terzo della somma di Osimo nonostante abbia la metà delle imprese di Osimo»

Un'operaia durante la produzione

CASTELFIDARDO – La Cna di zona Sud torna sulla questione del fondo perduto approvato dall’amministrazione comunale di Castelfidardo per le imprese. In particolare l’associazione di categoria delle imprese puntualizza, ancora una volta con il segretario Andrea Cantori e il presidente Marco Tiranti, su modi e tempi.

Il segretario della Cna di zona afferma: «Ci permettiamo di osservare che il tempo era sufficiente per un confronto sul provvedimento – dice – Cantori -. Il comune di Osimo poi ha stanziato 140mila euro e quello di Castelfidardo 50mila. In rapporto alla totalità delle imprese, Osimo ha circa 3.270 imprese mentre Castelfidardo circa 1.670: il comune di Castelfidardo ha quindi stanziato un terzo della somma di Osimo nonostante abbia la metà delle imprese di Osimo. Inoltre le categorie incluse nel provvedimento fidardense sono notevolmente inferiori a quelle beneficiate dal bando osimano».

Il presidente Tiranti ritiene necessario passare ad una fase di ascolto e confronto reciproco: «L’amministrazione comunale ha annunciato un ulteriore fondo perduto per il 2021, un segnale positivo che vogliamo cogliere con fiducia e collaborazione. Occorre però un confronto chiaro e trasparente per concordare risorse e categorie da includere, sempre coscienti del difficile momento per tutto il sistema e delle risorse limitate che ci costringono a scegliere. Proprio per questo, per evitare polemiche, è necessario che tali scelte siano almeno oggetto di un reciproco ascolto. Il luogo naturale di questo dibattito, a Castelfidardo, è sicuramente la Consulta economica che ha sempre funzionato molto bene. Proporremmo, ad anno nuovo, la convocazione della Consulta per metterci subito a lavoro su questo fronte. Abbiamo molti segnali di categorie che sono state fino ad oggi escluse totalmente o in parte dai contributi arrivati ai vari livelli. In particolare segnaliamo una difficoltà del piccolo commercio non alimentare che sta vivendo un momento molto difficile. Per tale ragione riteniamo prioritario, nel secondo provvedimento che andremo a elaborare, di ristorare in primo luogo proprio queste categorie escluse dal primo bando del Comune».

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