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Fipe Confcommercio: «Due metri di distanza al ristorante? Così si uccide il comparto»

L'associazione a tutela dei pubblici esercizi alza la voce: «Oggi festeggiamo il terzo mese senza ristori, con il 90% dei locali chiusi»

PESARO – Due metri di distanza fisica nei ristoranti per evitare il contagio da Covid: la Fipe Confcommercio non ci sta.

«È ora di finirla di complicare l’attività degli imprenditori e diffondere inutile allarmismo tra i cittadini. È gravissimo che le istituzioni preposte alla tutela della salute abbiano messo nero su bianco il suggerimento di aumentare a due metri la distanza fisica nei ristoranti, ammettendo candidamente nello stesso documento che non esistono basi scientifiche a supporto di questa aggiuntiva prescrizione – questo il pensiero di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi -. In questo modo le autorità sanitarie perdono credibilità. Invece di inventarsi strumenti sempre nuovi per mortificare le speranze di ripresa di una vita normale degli italiani e dei ristoratori, dovrebbero concentrarsi su come accelerare la campagna vaccinale per portare fuori il Paese dal dramma dei lockdown.

E ancora: «Siamo esasperati e qui si continua a giocare con i numeri senza capire che le conseguenze sociali ed economiche sono e saranno devastanti. Nel frattempo, oggi festeggiamo il terzo mese al verde, senza ristori, con il 90% dei locali chiusi e senza alcun piano per la riapertura. È un momento drammatico, serve responsabilità a tutti i livelli: non si uccide un comparto da 1 milione di lavoratori senza alcuna base scientifica».

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