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Fiere di Pesaro, cambia lo statuto. Andreolli (Lega): «È il suo funerale, poteva avere un potenziale»

Il consiglio comunale ha votato la riduzione degli organi dell'Ente. L'assessore Belloni: «Tra tre anni potremo vendere anche il Salone d'onore»

La fiera di Pesaro

PESARO – C’era una volta la fiera di Pesaro, spazio per l’economia del territorio e sede della vecchia fiera del Mobile.

In Consiglio Comunale l’aula ha approvato con 20 voti favorevoli (10 gli astenuti), le modifiche statutarie alla Fondazione Patrimonio Fiere. Enzo Belloni, assessore con delega alle Società partecipate, ha spiegato che si tratta «della riduzione di alcuni organi di governance dell’ente». Tra le novità: la soppressione del “Comitato Esecutivo” e l’attribuzione dei relativi poteri al Presidente; la sostituzione del Collegio dei Revisori con la figura del Revisore Contabile Unico; la riduzione a 3 (anziché 9) dei componenti del Consiglio, di cui due nominati dalla Camera di Commercio delle Marche ed un rappresentante nominato d’intesa fra i soci fondatori pubblici (Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, Comune di Pesaro e Comune di Fano).

«È una riduzione sostanziosa dell’apparato: l’Ente ha già ceduto il 95% dei capannoni. Rimane solo il Salone d‘onore, affittato fino al 2023, che tornerà poi di proprietà per altri 3 anni. Concluso tale periodo potrà essere venduto; a quel punto l’ente non avrà più senso d’esistere». «Il Comune – ha terminato Belloni – possiede una quota marginale della Fondazione, pari all’1,8%».  

Per Dario Andreolli (Lega) «È il primo atto di un funerale. Buone le modifiche che riducono gli organi di governance, ma c’è da raccogliere una critica nel non aver mai scommesso su questo potenziale patrimonio della città».

Pedretti (Forza Pesaro #ungranbelpo’) parla invece di «operazione virtuosa che ridimensiona gli organi statutari per abbattere i costi e che è proiettata al 2026, anno in cui si prevede la cessazione dell’ente».

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