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Ferrovia Fano-Urbino, Cisl: «No alla pista ciclabile sui binari»

Il sindacato critica la proposta di un tracciato per le bici che invada parte dei binari. «Serve un tavolo regionale per un'opera strategica per il turismo»

PESARO – Ferrovia Fano-Urbino, quei binari ancora nel limbo. Chiusa dal 1987 e dismessa dal 2011, oggi rientra tra i tratti che il Governo ha dichiarato di interesse turistico perchè in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.

Ma qual è il futuro? Un ripristino o una pista ciclabile al posto dei binari? Il dibattito è sempre acceso tanto che la Cisl con Giovanni Giovanelli e Leonardo Piccinno intervengono chiedendo chiarezza alla Regione. «In questi giorni il Consigliere delegato della Regione Marche, Andrea Biancani, rilancia l’idea della pista ciclabile che correrà di fianco al sedime ferroviario per un lungo tratto, promettendo che non coprirà lo stesso se non per brevi segmenti, lasciando possibile una “futura” compatibilità treno + bici.

Il progetto Biancani resta poco chiaro. Perchè il rilancio della ferrovia Fano-Urbino e la pista ciclabile devono per forza essere due infrastrutture in conflitto e non viste come opere aggiuntive in un piano di sviluppo che favorisca la mobilità sostenibile e il turismo nella Valle del Metauro e verso Urbino città dell’Unesco?». I sindacalisti ricordano che il tratto è inserito tra le 18 linee italiane tutelate dalla legge nazionale sulle ferrovie turistiche e continuano: «Come possono convivere, in un futuro prossimo, pista ciclabile e passaggio dei treni sullo stesso tratto, anche se si lasciano intatti i binari? Come Cisl Ast Fano-Urbino, riteniamo che il dibatto che si tenta di portare avanti, fatto solo di annunci, sia dannoso, mentre un tavolo concertativo istituzionale regionale, con tutte le Parti interessate, potrebbe portare a superare l’attuale condizione di fanalino di coda della Provincia di Pesaro Urbino, tra quelle marchigiane, proprio per l’assenza di una visione di sviluppo complessivo e condiviso da parte della Giunta regionale».

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