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Fedrigoni Group: il terremoto stoppa la vendita

I forti danni derivanti dal sisma per lo stabilimento di Pioraco avrebbero rallentato il possibile passaggio di mano fra gli attuali proprietari delle Cartiere Miliani di Fabriano e la cordata Benetton-Bonomi

Stabilimento di Rocchetta

FABRIANO – Il terremoto rallenta il passaggio di proprietà del Gruppo Fedrigoni proprietario delle Cartiere Miliani di Fabriano. Addirittura, i forti danni allo stabilimento di Pioraco, potrebbero aver fatto saltare tutto. La Holding della famiglia Benetton, Edizione, insieme alla Investindustrial di Andrea Bonomi potrebbero essersi ritirati dall’affare.

Stabilimento delle Cartiere Miliani

È oltre un anno che si parla con insistenza di un possibile cambio di proprietà del Gruppo Fedrigoni. Sembrava che entro la fine dello scorso anno, il tutto potesse concretizzarsi. E, invece, il forte sciame sismico che ha interessato anche il fabrianese, potrebbe aver fermato il tutto. La cordata Benetton-Bonomi, con le rispettive holding Edizione e Investindustrial, avevano messo sul piatto una cifra attorno ai 500milioni di euro per acquisire il gruppo cartario. Ma, i danni allo stabilimento di Pioraco, in pratica semi-distrutto, hanno rimesso in discussione il tutto. I potenziali acquirenti, infatti, avrebbero voluto scorporare dal prezzo di acquisto, i soldi necessari a riparare il sito produttivo. Dall’attuale proprietà, sembra, invece, che non ci sia stata alcuna apertura in tal senso. Ecco, dunque, che dicembre 2016 – periodo indicato per la chiusura dell’affare – è passato e non si è avuta nessuna comunicazione ufficiale.

Un segno che la trattativa è definitivamente saltata? È presto per dirlo. Ma, sicuramente, ha subito un forte rallentamento. Del resto, la famiglia Fedrigoni potrebber vendere il gruppo industriale non per necessità finanziarie impellenti, ma per la mancanza di un effettivo cambio generazionale. Dunque, non c’è effettivamente fretta. E i conti economici positivi, fanno della Fedrigoni Group una preda appetibile, ma che potrebbe tranquillamente continuare a rimanere saldamente nelle mani degli attuali proprietari. Quest’ultimi, però, sanno che la vendita prima o poi avverrà.
Si tratta di una fase complessa, in quanto l’azienda veneta della famiglia Fedrigoni, guidata dall’amministratore delegato Claudio Alfonsi, ha avviato numerose trattative negli ultimi anni, mai andate a buon fine per diverse problematiche: troppo debito nella strutturazione dell’offerta, ad esempio, oppure valutazione troppo bassa del gruppo.

Nell’ultimo anno e mezzo, si è parlato di una trattativa con un gruppo austriaco, poi naufragata. Ma tutto ciò è servito per capire che si stava cercando una partnership forte. Poi è stata la volta della società d’investimento Charme della famiglia Montezemolo. Ma, al termine dell’esclusiva concessa a Charme, la trattativa si è interrotta dopo pochi mesi. La scorsa primavera, il primo tentativo dei Benetton, affiancati dal fondo di Singapore, ma la trattativa si era fermata per una divergenza sul prezzo: infatti Edizione avrebbe valutato Fedrigoni alcuni mesi fa attorno ai 500 milioni di euro, a fronte di una indicazione della famiglia veneta azionista di 650-700 milioni. Subito dopo, ecco la formulazione della nuova offerta di Edizione questa volta affiancata da Andrea Bonomi e la sua Investindustrial.

Gli storici uffici delle Cartiere Miliani

L’offerta economica era salita e le parti sembravano molto vicine a chiudere l’accordo. Ma, poi, ci si è messo il terremoto. Molti i danni allo stabilimento di Pioraco e l’affare è tornato in discussione per via dei costi necessari per riportare a pieno regime questo importante sito produttivo.
Voci insistenti di un ricambio generazionale fermo al palo, con le seconde e terze generazioni che non lavorano nel gruppo, ad eccezione di una nipote, confermerebbero la volontà di vendita. Accantonata, inoltre, la quotazione in Borsa, l’ottimo stato di salute dei conti del Gruppo veronese sono sotto gli occhi di tutti con 900milioni circa di ricavi. Grazie anche alle storiche cartiere Miliani di Fabriano, che oltre alle produzioni classiche di carta da disegno, si sono specializzate come fornitori delle più grandi banche centrali per la produzione delle banconote, dall’euro alle monete cinesi ed indiane. Con l’eventuale cambio della guardia, per gli stabilimenti fabrianesi non dovrebbe cambiare nulla, viste le produzioni e la professionalità della forza lavoro.

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