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Fase 2 nelle Marche, Ceriscioli conferma i protocolli regionali

Il presidente regionale va avanti con le linee guida varate dalla Regione per la riapertura di bar, ristoranti, parrucchierie, estetiste e delle attività legate al turismo. Ecco le reazioni

ANCONA – È via libera ai protocolli regionali per le riaperture anticipate al 18 maggio per bar, ristoranti, parrucchieri, estetiste e mercati. La formalizzazione della data avverrà con il decreto del governo, ma intanto viene anticipata nella soddisfazione degli operatori la data del primo giugno che era stata inizialmente prevista dal Governo. «Tutte le categorie possono continuare a prepararsi alla riapertura seguendo le linee guida regionali, che, alla luce della lettura delle linee guida Inail, confermiamo in pieno» ha dichiarato il presidente regionale Luca Ceriscioli.  Insomma è pugno duro della Regione sui protocolli.

Il governatore annuncia di aver individuato nel documento tecnico targato Inail e Istituto Superiore di Sanità «alcune proposte integrative, soprattutto per i balneari, che utilizzeremo per integrare il nostro documento, o come elemento aggiuntivo, o come aspetto facoltativo al quale aderire».

Aggiustamenti a parte, il presidente Ceriscioli sottolinea che «ci sarà tempo disponibile per gli eventuali adeguamenti» dal momento che i balneari riapriranno il 29 maggio. «La data del 18 maggio ci trova pronti sia dal punto di vista delle procedure di sicurezza sanitaria da mettere in campo, sia per quanto riguarda i nostri dati epidemiologici, che sono tra i migliori in Italia – puntualizza Ceriscioli – un risultato raggiunto grazie a una comunicazione costante e trasparente ai cittadini, che ci ha permesso di contenere efficacemente i contagi, nonostante partissimo da una situazione molto difficile».

Il governatore pone l’accento sul fatto che la Regione ha giocato d’anticipo predisponendo i protocolli nell’ambito di un lavoro compiuto in tandem con le associazioni di categoria che ha portato all’approvazione dei protocolli nella Giunta di lunedì quando hanno avuto il via libera le linee guida per lavorare in sicurezza in diverse attività: hotel, strutture extra alberghiere (agriturismi, case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi, affittacamere, case vacanze, appartamenti ammobiliati per uso turistico, Bed and Breakfast, residenze d’epoca, case religiose d’ospitalità, country house, lodge e chalet), ma anche campeggi e villaggi turistici, stabilimenti balneari, commercio su aree pubbliche come mercati, fiere, commercio itinerante e posteggi isolati, bar e ristoranti, negozi, agenzie viaggi, estetisti e parrucchieri, tatuatori e infine sgombero di cantine e solai.

Insomma si riparte nelle Marche nella positività e grinta degli operatori che attendevano questo momento con molta trepidazione. Grande la soddisfazione del direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco: «Appurato che i disciplinari Inail non sono prescrittivi, ma solo indicativi, andiamo avanti con i nostri protocolli che sono stati i primi in Italia e i migliori, tanto che ce li stanno copiando. Terremo in considerazione anche qualche spunto fra quelli presenti nelle linee guida Inail, ma intanto i nostri imprenditori possono ripartire con la certezza che dovranno seguire i protocolli regionali. Ieri eravamo molto preoccupati, ma oggi finalmente è arrivata la soluzione. Abbiamo lavorato giusto e bene e gli imprenditori possono ripartire con maggiore tranquillità».

«Apprezziamo la coerenza del presidente regionale e chiediamo regole certe e di facile applicazione, auspicando che non ci siano comunicazioni diverse da parte del Governo» commenta Marco Pierpaoli, segretario generale della Confartigianato Imprese Ancona, Pesaro e Urbino.

Più intricata la situazione sul fronte dei balneari, ma intanto c’è il sollievo per l’applicazione dei protocolli regionali, anche se restano degli interrogativi aperti. «Non posso che ritenermi soddisfatto come auspicavo – spiega Romano Montagnoli, presidente Sib (Sindacato italiano bagnini), mi preoccupano invece i possibili adeguamenti annunciati dalla Regione, perché il protocollo in alcuni punti era già un po’ tirato».

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