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Fano, sui frati trappisti a Monte Giove avanza il fronte del ‘no’

Tra coloro che si sono espressi negativamente al progetto ci sono gli esponenti locali del M5S che vedono nel progetto una reale minaccia per l’ambiente circostante

frati trappisti a Monte Giove
frati trappisti a Monte Giove

FANO – Si fa sempre più aspra la diatriba sul nuovo monastero per i frati trappisti, previsto sulla pregiata zona collinare a Monte Giove di Fano. Dopo una gestazione decennale del progetto – durante la quale la questione è stata pressoché ignorata – ora che l’iter giunge in prossimità della sua conclusione iniziano a palesarsi fronti opposti tra favorevoli e contrari. Va detto che si tratta di una delle questioni più controverse in cui, perfino all’interno delle medesime identità politiche, sembra essere assente una visione comune. Tra coloro che hanno detto chiaramente ‘no’ al progetto ci sono gli esponenti locali del M5S che vedono nel progetto una reale minaccia per l’ambiente circostante:

«Ci hanno definiti spesso, a torto, “il partito del no”. In realtà siamo semplicemente convinti che, quando serve, alcuni “no” debbano essere detti a voce alta, senza tentennamenti. Piuttosto bisognerebbe chiedersi come si possa dire “sì” a certi scempi e continuare ad accettare che il consiglio comunale sia trattato come un passacarte per decisioni già prese altrove. È il caso della variante urbanistica per il monastero dei trappisti, l’ennesima proposta dalla Giunta Seri, che aveva promesso di approvare un nuovo piano regolatore, ancora in alto mare dopo nove anni di gestazione. Anziché ammettere che non riuscirà ad approvarlo neppure stavolta, l’Amministrazione persevera nell’organizzazione di incontri nei quartieri, dando l’impressione di ascoltare la cittadinanza, mentre i nodi cruciali vengono affrontati in altri contesti con la continua predisposizione di varianti puntuali».

Nel merito, il provvedimento prevede un ulteriore consumo di suolo in una zona ultravincolata sia per i valori paesaggistici, ma anche per i rilievi archeologici e per la pericolosità geologica, idrogeologica e sismica. La Soprintendenza, in un primo pronunciamento del 2016, chiedeva di ridurre gli spazi alle strette necessità.

«Invece superfici e volumetrie sono addirittura aumentate! – proseguono i Pentastellati – Per assicurare l’invarianza idraulica si ipotizza di realizzare un laghetto collinare, senza contare poi le problematiche relative alla viabilità sollevate persino dall’ufficio comunale competente. La previsione di un cimitero privato ci risulta piuttosto controversa alla luce della normativa che sembra escludere la possibilità di realizzarlo. E se, come abbiamo già segnalato, i trappisti danno per scontato il loro trasferimento a Monte Giove, nonostante il consiglio comunale non abbia ancora votato nulla (un atteggiamento che non ha portato bene al supermercato di Centinarola), non possiamo fare a meno di ribadire che si sarebbe dovuta tentare una soluzione, nel nostro territorio, che prevedesse il riutilizzo o la riqualificazione di edifici già esistenti, che sicuramente non mancano».

E concludono: «Il nostro timore è che questo sia solo l’inizio di un assalto urbanistico a Monte Giove, dove tra l’altro si è addirittura ipotizzato il passaggio della nuova linea ferroviaria arretrata. Per decenni le giunte comunali che si sono succedute sono riuscite a preservare la bellezza e l’integrità delle colline fanesi, ci auguriamo che questa Amministrazione non tenga davvero a far impallidire anche Attila».

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