Attualità

Fano, il grido di rabbia di #Ristoritalia dopo il Dpcm di Natale. Quale futuro per il comparto?

Il comparto chiede certezze per il proprio futuro che appare sempre più funesto e che rischia di mettere in ginocchio l’intera filiera che ruota intorno all’universo della ristorazione

riaperture all'aperto di ristoranti, bar e locali; dehors; ristorazione; pubblici esercizi

FANO – Il Dpcm di Natale ha scatenato le ire dei ristoratori fanesi che per mezzo dell’associazione #Ristoritalia hanno commentato come parole durissime le regole che ci accompagneranno per le festività oramai imminenti. Il comparto chiede certezze per il proprio futuro che appare sempre più funesto e che rischia di mettere in ginocchio l’intera filiera che ruota intorno all’universo della ristorazione e dell’hospitality.

«Abbiamo oltrepassato ogni limite – riferisce Lorenzo Vedovi portavoce dell’associazione -; il governo centrale sta decidendo le sorti di un’intera categoria composta da migliaia di operatori del settore Horeca, le famiglie, i dipendenti e le loro famiglie, tutta la filiera, i tanti bambini, figli di operatori, che non riescono più a capire quale futuro avranno attraverso ciò che sta succedendo».

La preoccupazione non riguarda solamente il presente ma getta la propria ombra anche su quello che potrò succedere il prossimo anno: «Il 2021 sarà il peggiore anno che si potesse immaginare, reparti interi barcollanti che rischiano il fallimento, ma attenzione, non causato dalla crisi sanitaria, bensì dalla mala gestio di questo governo che ha fatto e fa acqua da tutte le parti. Gestire un Paese come fosse un gioco quiz e a premi è intollerabile».

E prosegue: «Non venite a dirci che si deve aver rispetto per la sanità e per il disagio legato al Covid-19. Abbiamo attivato tutti i protocolli come da voi stabilito, e non provate a dire che il rischio è aumentato nei ristoranti perché sapete benissimo che noi abbiamo fatto tutto il necessario. Semmai voi, e le forze dell’ordine non avete chiuso immediatamente i battenti ai pochissimi che hanno infranto consapevolmente le regole mettendo a rischio in primis la salute di tutti e in secundis l’economia di un settore!»

E conclude con una previsione nefasta: «Le istituzioni che urlano slogan salvifici e le banche che continuano a sistemare i propri conti fregandosene delle micro-imprese. Arriveranno multinazionali, soprattutto estere, tra 12-15 mesi, acquistando in saldo la migliore filiera che ha reso famoso questo Paese».

© riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare