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Fano, la Caserma Paolini si rifà il look grazie al Progetto Manifest

Le mura perimetrali dell'immobile diverranno spazio espositivo per raccontare la Caserma stessa, nel presente passato e futuro.

la Caserma Paolini si rifà il look grazie al Progetto Manifest
la Caserma Paolini si rifà il look grazie al Progetto Manifest

FANO – Più bella, accogliente e cultrice della contemporaneità. La Caserma Paolini trova nuova linfa con il Progetto Manifest e si rifà il look. Il Comune di Fano in dialogo con la proprietà, il Demanio Regionale, con il coinvolgimento delll’Accademia di Belle Arti di Urbino lancia Manifest!. L’iniziativa ha segnato un percorso per il quale le mura perimetrali dell’immobile diverranno spazio espositivo per raccontare la Caserma stessa, nel presente passato e futuro.

L’assessora al Patrimonio Sara Cucchiarini ha inquadrato le coordinate di questa progettualità: «L’impegno di questa amministrazione verso l’acquisizione, riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio dell’imponente complesso ‘Ex Caserma Paolini’ è uno dei punti fondanti del programma di mandato. Pertanto, il lavoro su questo fronte con le istituzioni coinvolte si sta svolgendo con intensità e continuità negli ultimi anni. ‘Manifest! CasermaPaolini’ è un passaggio funzionale che vuole tenere acceso l’interesse della città che riconosce l’immobile come luogo identitario. Inoltre, Manifest è anche la testimonianza di un percorso di dialogo con il Demanio Regionale, proprietario del bene, col quale stiamo cercando le giuste convergenze per un’importante e complessiva restituzione alla città».

«Un momento in cui l’arte diventa un veicolo per rafforzare e promuovere il valore e la storia della Caserma Paolini – ha sostenuto il sindaco Seri -. Manifesto è un progetto che rimarca la volontà di questa amministrazione di far vivere una nuova vita ad un bene che fa parte della storia della città. Le studentesse e gli studenti che hanno preso parte a questa iniziativa hanno svolto un lavoro lodevole, trasmettendo dei messaggi capaci di creare un dialogo proficuo e nutriente».

Il progetto di valorizzazione delle imponenti mura perimetrali che diventeranno vero e proprio spazio espositivo grazie alla gentile concessione della proprietà e alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino, sarà curato, per il Comune di Fano Assessorato al Patrimonio, da studenti e studentesse del Professor Gianluca Proietti.

Partendo da una ricognizione fotografica dentro i luoghi accessibili dell’ex caserma tra stanze, corridoi e segni del tempo, l’Accademia rielabora il racconto di questa struttura architettonica attraversando il suo passato, presente e futuro, restituendolo in forma di Manifesti d’Autore elaborati secondo la personale creatività degli studenti.

Le mura diverranno così luogo di memoria e ispirazione, segno non più di divisione ma porta d’accesso per una creatività positiva, portando nelle sue immagini il tempo storico rielaborato, gettando le basi per una ripartenza in nome dell’arte giovane, della cultura e della storia. Un modo per riportare la Caserma Paolini al centro della vita cittadina, da luogo chiuso e oscuro a fonte di colori e luce.

Un’idea che ha trovato terreno fertile nella disponibilità dell’Agenzia del Demanio Regionale: «L’Agenzia del Demanio – ha detto Ing. Romeo Caccavonedella Direzione Regionale Marche dell’Agenzia del Demanio – è ben lieta di appoggiare Manifest, progetto finalizzato a mettere in risalto l’attività di giovani talenti. Ovviamente, questo è un preludio ad una potenziale valorizzazione per una riconversione di questo luogo».

A coordinare il progetto Manifest è stato quindi il Professore Proietti dell’Accademia delle Belle Arti: «Gli studenti sono protagonisti di questa mostra che parte da lontano. Siamo partiti da un progetto didattico che ha visto le ragazze e i ragazzi realizzare una serie di foto che hanno catturato particolari, suggestioni della Caserma Paolini. Questi scatti sono stati elaborati digitalmente secondo le competenze di ciascuno. Una volta stampati sono stati adeguati nei formati più adatti. Ho visto tanto divertimento nei loro volti e una certa dose di curiosità nello scoprire un luogo che non conoscevano e che è stato raccontato secondo le loro sensibilità. Questa è una prima attività cui ne seguirà una successiva nel prossimo anno accademico».

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